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Sempre più assistiamo a fenomeni meteorologici estremi. Anche la famosa frase “non ci sono più le stagioni” ormai non è nemmeno più ripetuta, dato che viviamo in una situazione di estrema indeterminatezza delle condizioni meteorologiche e quindi la “novità” sarebbe invece una ritrovata armonia. Possiamo provare a chiederci il perché di questi fenomeni così sconvolgenti.

La visione scientifico spirituale ci insegna che la sfera meteorologica, con tutti fenomeni ad essa collegati, coinvolge tutto l’insieme delle forze che agiscono nell’universo: sia quelle nelle altezze, sia quelle nelle profondità della terra, sia quelle nella zona immediatamente esterna alla terra (atmosfera).

Dobbiamo quindi cercare nell’azione dei corpi celesti e di Madre Terra una prima risposta a questi eventi.

In queste dimensioni stanno avvenendo delle profonde trasformazioni spirituali che sono legate alla cosiddetta “Parusia del Cristo” ossia a quel processo che nei Vangeli è caratterizzato come “il ritorno sopra le nuvole” dove con il termine “nuvole” si intende la sfera eterica che circonda la Terra e che è il teatro delle manifestazioni meteorologiche.

Purtroppo l’uomo, con i suoi interventi che vanno a toccare queste sfere, ha determinato un fattore di squilibrio sempre più potente (esplorazione spaziale, HAARP, esplosioni nucleari, inquinamento, estrazione del petrolio, ecc.). Da ciò l’indeterminatezza di cicli meteorologici.

Poniamoci ora un ‘altra domanda: cosa si può fare? È compito dell’uomo evoluto in senso Cristico porsi come nuovo centro della meteorologia del pianeta. “Così in alto così in basso” recita la Tavola Smeraldina. In ogni uomo vi sono anche tutti i fenomeni che ritroviamo esteriormente nella meteorologia: il pianto­pioggia, il sudore-sorgenti, la respirazione-movimenti ciclonici e anticiclonici, la tosse-movimenti tellurici e così via.

Per operare in tale senso è necessario che l’uomo evoluto agisca in unione con le forze del Cristo e per fare questo deve ricollegarsi alla frase di Vangeli: “Due o più uniti nel mio nome io sono presente in mezzo a loro”. Questa frase indica che quando un Uomo si pone nella dimensione superiore e in tale dimensione si unisce ad un altro Uomo, allora il Cristo può operare e “qualsiasi cosa che chiederete nel mio nome al Padre mio ve la concederà”.

Questo, oggi, è uno dei (tanti) compiti dell’Uomo Nuovo.

Tratto dalla rivista “Albios”

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