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Allarghiamo la nostra visione dell’uomo

Recenti scoperte nel campo della medicina stanno sempre più confermando, anche sul piano della scienza “ufficiale”, molte delle cose che la scienza dello spirito dice da sempre, tra l’altro sfatando tanti luoghi comuni, come ad esempio quello che vuole il cervello come “centro di comando e controllo” di tutto l’essere umano.

In tal senso risultano molto interessanti le ultime ricerche nei settori della neurologia e del bioelettomagnetismo, secondo le quali il cuore possiede una sorta di vero e proprio cervello autonomo, ben separato da quelli della testa ma interattivo con essi.

Quest’ultimi, è bene ricordarlo, sono in realtà due: un cervello emotivo e primordiale, definito cervello limbico, ed una parte più evoluta definita corteccia cerebrale. Il cervello limbico è il primo strato cerebrale, il più antico, strettamente connesso alla fisiologia del corpo, agli istinti ed alle emozioni.

Intorno ad esso si è poi formato il cervello cognitivo o la parte più evoluta del cervello umano, la corteccia, quella preposta al linguaggio e al pensiero. I due cervelli si integrano e si compensano reciprocamente creando quella condizione di equilibrio funzionale al nostro benessere.

Se però siamo sottoposti ad un grave stress o le emozioni istintuali sono troppo forti, il cervello limbico ed emotivo prende il sopravvento, disconnettendo la parte cerebrale evoluta e cognitiva.

Eppure lo sviluppo dell’embrione umano, e in parte anche degli organi adulti, non sono comandati da questo complesso cervello del capo ma da qualcos’altro, che si attiva ben prima della formazione dell’encefalo. Infatti, dopo il concepimento, nell’organismo materno cominciano a verificarsi dei cambiamenti dovuti agli effetti di specifici ormoni (a sua volta attivati da qualche “forza” misteriosa connessa ai cromosomi…).

L’embrione si fissa alla parete dell’utero con piccole “radici” che lo collegano alla circolazione sanguigna materna. Alla fine del primo mese non è più lungo di 5 mm, ma il cuore batte già, il sesso è già determinato e il cervello inizia a formarsi partendo da un piccolo grumo di sangue che inizialmente si trova davanti alla fronte, per poi scendere (al 21° giorno) proprio verso la zona del futuro cuore, fermandosi all’altezza del torace dove si trasformerà nel nostro prezioso organo.

Cioè cuore e cervello iniziano sin dalle prime settimane di vita a dialogare, ma è il cuore che si forma per primo! Il fatto che il cuore umano inizi a battere prima che il cervello si sia formato sembra un “paradosso”, ma non è così poiché il cuore ha un vero e proprio piccolo “cervello” formato da circa 40.000 cellule nervose, e da cui viene emanato il più ampio CEM (Campo Elettro Magnetico) del corpo.

La sua potenza è all’incirca 5000 volte quella prodotta dal cervello (le cui onde EM regolari peraltro non appaiono prima del sesto mese di gravidanza), non è ostacolata da tessuti duri e “chiusi” come la scatola cranica e può pertanto arrivare (misurata con magnetometri modificati) tra i 2,5 e 3 m dal cuore stesso!

Ovvero dal punto di vista energetico (qui diremmo “eterico”) il cuore irradia all’esterno molto di più del cervello!

Questo CEM merita una precisazione: come ogni corpo emana la sua ombra, ma non è l’ombra, così ogni organo o organismo è come impregnato di un “doppio” di natura eterica (che non è il corpo eterico “naturale”), e questo doppio si manifesta con fenomeni EM. Da ciò consegue che, indagando il CEM, si indaga il “doppio” e, per conseguenza, si hanno alcune informazioni sul corpo eterico “naturale” (come dire che quando un’ombra si muove si può dedurre che anche chi lo genera si stia muovendo).

La forma di questo speciale campo è toroidale, cioè a ciambella, con l’asse verticale centrato nel cuore. Altro elemento interessante è poi la scoperta che questo campo elettromagnetico toroidale cardiaco contiene, come una sorta di matrioska, un suo doppio più piccolo e posto sullo stesso asse verticale, che interagisce costantemente con il campo più grande come una sorta di magnete di segno opposto. E ciò ci riporta immediatamente alla concezione orientale dello Yin e Yang.

Chissà se anche questo campo elettromagnetico secondario, pochi giorni prima della morte della persona, si dilegua come fa il doppio  EM.

Fig.1. Il doppio campo elettromagnetico cardiaco con la tipica forma toroidale.

Quel che si sa è invece la durata del CEM principale, che alla morte si ritira piano piano fino a scomparire in circa un’ora, cioè quanto dura la funzionalità della ghiandola Pineale.

Ogni organo del corpo emette un proprio doppio misurabile come CEM di intensità e frequenza diversa a seconda del tipo di organo, ma tutti questi CEM sono sincronizzati dal campo del cuore.

E’ stato poi sperimentato e dimostrato che questa energia non solo è trasmessa internamente al cervello della testa e ai vari organi come l’intestino, ma è anche percepibile inconsciamente o consciamente all’esterno dagli altri soggetti che si trovano nel suo raggio di azione-comunicazione. Gli animali poi lo percepiscono anche da più lontano.

Tra l’altro, come è noto, il ritmo del battito cardiaco può essere alterato-modificato, e con lui le sue onde elettromagnetiche, dall’esperienza di differenti emozioni (ossia emo-azioni, ossia movimento del sangue: già Steiner diceva che è il sangue che “spinge” il cuore e che il suo primo battito, il suo “innesco vitale”, nasce appunto dall’azione del sangue).

Questi cambiamenti, derivanti dalle emozioni, fanno variare la frequenza del battito, la pressione sanguigna e quella sonora prodotta dall’attività del ritmo cardiaco, innescano vari processi biochimici (es. ormonali) e vengono quindi percepiti da ogni cellula del corpo, ad ulteriore supporto del ruolo del cuore quale elemento interno di sincronizzazione fisiologica complessiva.

Tali alterazioni interiori posso poi essere appunto percepite all’esterno da vari soggetti (uomini, animali, piante) a seconda del loro canale sensoriale privilegiato: animico-emozionale, olfattivo, comportamentale, energetico, ecc.

Abbiamo quindi visto, in estrema sintesi e semplificando molto, che nella specie umana non esiste un solo cervello e che le informazioni vengono elaborate dal cervello limbico, dalla corteccia, e infine dal cervello del cuore. Tre “cervelli” e tre circuiti che rappresentano globalmente tre stadi evolutivi della coscienza umana.

Quello primitivo, dalle risposte veloci e poco accurate, perfetto per il “combatti o fuggi” che garantiva la sopravvivenza fisica dei nostri antenati ai tempi di una coscienza individuale poco sviluppata.

Quello più evoluto, la corteccia, in grado di sviluppare la natura mentale-emozionale ed elaborare concetti astratti sino a portare alla consapevolezza dell’Io. Ma tra i due è il terzo, quello del cuore, il primo ad attivarsi nell’essere umano e che rappresenta quello più connesso con il corpo eterico e che maggiormente si protende verso l’esterno attraverso il suo CEM.

Presumibilmente sarà quindi quello che meglio e prima potrà ricevere gli impulsi eterici che arrivano dal mondo naturale e dal cosmo, che poi potrà “girare” al cervello encefalico ed alle altre piccole intelligenze (cervelli?) sparse nel resto del corpo.

In questa ottica si comprendono meglio, anche su basi scientifiche tradizionali, i motivi dei numerosissimi riferimenti spirituali ed esoterici che pongono il cuore, e non il cervello, al centro del rapporto  Uomo-Spirito e Uomo-Cosmo: la “via del cuore”, “l’intelligenza del cuore”, “la preghiera del cuore”, la “stanzetta o tabernacolo interiore”, ecc.

Dei due cervelli encefalici si conoscono ancora oggi solo in parte le potenzialità. Ma forse ancora meno l’uomo moderno conosce le reali capacità del suo cuore, che rischia di atrofizzare proprio nel tempo in cui si stanno sempre di più aprendo nuovi livelli di coscienza e nuove, grandissime, possibilità per l’evoluzione individuale e complessiva della nostra specie.

 

ARMANDO GARIBOLDI – NATURALISTA
ENZO NASTATI

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