Problemi dell’acqua e della siccità
Quando si parla dei problemi dell’acqua e della siccità, si pensa immediatamente ad impianti di irrigazione, a tubi, pompe, condutture, impianti a goccia e così via. Vedremo che a questo concetto quantitativo dell’acqua dobbiamo accostare il concetto qualitativo relativo alla stessa e vedremo che questo è, e sarà sempre di più, importantissimo.
Come risaputo, l’acqua possiede la caratteristica di “pulire” tutto ciò che incontra ed in questa sua indefessa attività si “carica” di infinite sostanze negative per la vita: la sua azione pulente e purificante deriva dal fatto che l’acqua “prende su di sé” ogni impurità, sia essa di natura fisica o “sottile”. Da ciò emerge che anche l’inquinamento dell’acqua può essere di natura minerale, chimica, biologica, animica – astrale e spirituale. Mentre i primi tre tipi di inquinamento citati sono facilmente comprensibili, l’animico – astrale può essere descritto come l’insieme di forze conseguente agli stati d’animo che aleggiano in un determinato luogo o paese (paure, ansie, preoccupazioni, crisi, aggressività, fondamentalismo, guerre, ecc.) mentre lo spirituale può essere collegato, ad esempio, al fatto che l’acqua sia diventata sede e portatrice di entità negative (come quando scorre nei pressi di un cimitero). Ricordiamo che ne “I promessi sposi”, durante la peste, la gente attendeva con ansia la pioggia affinché l’acqua piovana potesse purificare l’aria (e quindi l’astralità del luogo turbata dalla peste). È persino superfluo parlare delle abluzioni nel Gange (purificazione dall’astrale di cattiva qualità) o dei riferimenti nei Vangeli al mare di Tiberiade (che rappresenta l’anima), o al Battesimo d’Acqua stesso.
È risaputo che il corpo umano è costituito da circa il 72% di acqua, valore che eguaglia quella del rapporto tra superfici marine e masse emerse. Nelle piante la percentuale di acqua è ancora maggiore e quindi il legame con tale fondamentale elemento risulta essere ancora più stretto. Ma di questi aspetti parleremo più avanti. Uno studioso americano, Raimond Wheeler, ha scoperto che ci sono tre cicli diversi di siccità che si ripetono negli anni: uno dura 100 anni, uno 170 e uno 510. Data la loro diversa durata questi cicli sono ovviamente sfasati tra di loro, ma dopo lunghi periodi di tempo il loro inizio torna a coincidere ed il loro effetto sinergico diventa fortissimo e dura circa 25 anni. Verificando la diversa crescita negli anelli degli alberi (un anello sottile corrisponde ad un’annata secca) ed incrociando i dati con le notizie storiche reperibili, il Wheeler ha constatato che negli ultimi 2000 anni questi tre cicli si sono sovrapposti tre volte, e l’ultima volta è stata nel 1500. Dal 1985 è iniziato un altro di questi periodi di coincidenza che durerà fino al 2005. Questo dovrebbe farci ritenere di essere oramai giunti alla fase finale di questo periodo critico, però dobbiamo fare una riflessione. Un tempo l’Europa era coperta da una unica grande distesa di allori, si poteva andare da Parigi a Roma, o da Parigi a Madrid, senza uscire dalla foresta.
Ebbene noi sappiamo che gli alberi sono il rimedio principe contro la siccità e per l’aridocoltura, quindi, se la particolare coincidenza dei tre cicli è risultato problematico già nel 1500, immaginiamo come potrà esserlo oggi, visto che la maggior parte di quelle foreste non esiste più. Siamo di fronte quindi ad una accentuazione degli effetti dei tre cicli di siccità a causa della deforestazione praticata in tutto il continente europeo. Ricordiamo come solo l’1,5% di tutta l’acqua dolce presente sulla Terra sia oggi potabile e ricordiamoci anche che spesso l’acqua è “stata resa” potabile con “opportuni” decreti legge.
L’acqua “pubblica” e ”’privata” – problemi dell’acqua e della siccità
Alla prossima conferenza mondiale del commercio (WTO) sarà nuovamente all’ordine del giorno un attacco ad un diritto che tutta l’umanità dovrebbe avere: l’accesso all’acqua. Fino ad oggi l’acqua è considerata un “servizio pubblico”, erogato dal Comune o da organizzazioni che hanno una concessione da parte dello Stato, ed è accessibile a tutti a prezzi popolari. Si sta invece tentando di trasformare anche l’acqua in una merce che potrà essere privatizzata e trattata alla stregua di qualsiasi altro bene di consumo. In altre parole, c’è il pericolo che possa raggiungere dei prezzi tali da diventare accessibile solo ai “ricchi”, a scapito dei diritti, sempre più risicati, dei poveri del mondo. Le multinazionali stanno sempre più entrando nella gestione delle risorse idriche e fra i loro principali obiettivi non hanno certo l’interesse alle questioni “sociali”. Questo desta molta preoccupazione perché, nelle mani dei potenti, l’acqua può diventare un’arma di ricatto e fonte di potere tanto più efficace quanto più necessaria e non sostituibile.
Se venisse a mancare il petrolio cambierebbe certamente il modo in cui viviamo, perché verrebbe a crollare il castello su cui è costruita la nostra attuale civiltà, ma la mancanza dell’acqua incide direttamente sulla possibilità di sopravvivenza di intere popolazioni. Tentativi di portare la gestione dell’acqua nella sfera privata si stanno verificando anche in Italia: l’ultimo in ordine di tempo sta avvenendo in Campania, dove vari comuni stanno affidando la gestione dell’acquedotto a società private e solo pochi cercano di far sentire la loro indignazione, nella generale indifferenza. Ma perché l’acqua è tanto importante per i potenti? La risposta è ovvia, in quanto tutti sappiamo che è la base della vita, e proprio per questo le multinazionali vedono nell’acqua una grandissima fonte di profitto e di potere. La possibilità di gestire l’acqua è estremamente allettante perché costa poco e può essere pagata a prezzo altissimo da parte di chi ne ha bisogno, consentendo il conseguimento di margini di guadagno molto alti, nettamente superiori a quelli di qualsiasi altro prodotto. Se poi ci proiettiamo nel descritto scenario di progressiva desertificazione, è facile prevedere come questi guadagni possano amplificarsi ancora di più. In un contesto del genere il controllo dell’acqua potrebbe addirittura venire utilizzato a fini militari. Oggi ci accorgiamo poco dell’importanza dell’acqua perché ne abbiamo a disposizione in abbondanza, ma se verrà a mancare ci accorgeremmo quanto essa sia insostituibile. La scienza e la tecnologia forse in futuro ci affrancheranno dalla dipendenza dal petrolio sfruttando le cosiddette energie alternative, ma per l’acqua non esiste alternativa.
Le acque minerali – problemi dell’acqua e della siccità
E’ oramai cosa di tutti i giorni la mistificazione dell’acqua potabile ad opera della pubblicità. L’acqua dell’acquedotto, infatti, è sottoposta a controlli più restrittivi di quelli delle acque minerali in commercio, ma nonostante questo è molto diffusa la convinzione che queste ultime siano più sicure. La pubblicità non dice che l’acqua dell’acquedotto viene controllata ogni giorno, mentre i controlli delle acque minerali hanno cadenza pluriennale, come del resto testimoniano le stesse etichette. Le etichette dichiarano “residui fissi” altissimi, ma la pubblicità non dice nulla dei pericoli che questi comportano, non fosse altro che il favorire le calcolosi renali; si arriva ad enfatizzare la carenza di singoli elementi come il sodio, che invece può essere ritenuta un fatto negativo per la vita di ogni singola cellula. Oltre che essere più controllata, l’acqua del rubinetto costa molto meno dell’acqua minerale, sulla quale gravano una serie di costi che vanno da quelli di estrazione a quelli di confezionamento, di trasporto (talvolta centinaia di km), di distribuzione, oltre ai guadagni di tutti coloro che partecipano a questa catena. Ormai bere un semplice bicchiere d’acqua è diventata un’azione che ha implicazioni politiche e sociali di portata planetaria.
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Autore: Tre più Uno - Vitalizzatori per l’acqua