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Radici cristiane della vita sociale

La volontà

Ma queste due facoltà, percepire e pensare, non sono automatismi, non si esplicano in ogni essere umano allo stesso modo. Esse si attivano grazie alla volontà.

Quando la volontà è impigliata negli istinti corporei, nelle passioni o nei sentimenti di simpatia e antipatia, allora anche il percepire ed il pensare ne sono condizionati. Quando invece la volontà è purificata, essi possono esplicarsi pienamente.

Allora i sensi, organi per se stessi passivi, vengono compenetrati dalla volontà purificata che, priva di secondi fini, vuole ora attivamente e con amore afferrare il mondo e guardarlo per ciò che è e manifesta.

E il pensare, per se stesso attivo, dalla stessa volontà purificata viene reso calmo e ricettivo. Prima esso, mosso dalla brama, voleva avere in fretta la spiegazione delle cose, come contenuto di conoscenza da possedere. Ora invece non cerca di elaborare teorie per spiegare il mondo, ma aspetta con attiva pazienza che, grazie alla continua elaborazione interiore della domanda, la realtà stessa gli dia la risposta. Poiché la spiegazione di un fatto o di un essere non è in realtà un pensiero, ma un altro fatto o essere dal quale esso deriva.

La conoscenza diviene allora realmente un atto creativo. Essa nasce come incontro di due polarità che si accolgono e si fecondano vicendevolmente. I sensi passivi si fanno strumento per la attiva volontà.

Essi non passano più distrattamente sopra gli esseri e i fatti, ma con interesse li accolgono, facendoli entrare attraverso la loro porta nell’interiorità dell’anima dove potranno essere protetti e custoditi dalla memoria.. In questo spazio interiore il pensare diviene attività meditativa. Esso lascia maturare le percezioni affinché esse stesse rivelino il loro significato, la relazione in cui stanno le une con le altre.
Il pensare diviene perciò percezione, si fa accogliente, come un nuovo senso interiore generato dalla stessa volontà creativa dello spirito umano.

(continua)

Stefano Freddo

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