Radici cristiane della vita sociale
Il Regno di Dio e la sua giustizia
Torniamo ora a considerare il “conflitto di interessi”, da noi esaminato in precedenza, da un nuovo punto di vista. Abbiamo visto che il rapporto educativo è sano solo quando si fonda sui bisogni dell’individualità umana in sé, non condizionata da esigenze utilitaristiche.
Proviamo ad osservare come nei Vangeli il Cristo accenni al conflitto di interessi da noi evidenziato. Leggiamo in Matteo 6, 31-33: “Non angustiatevi dunque, dicendo:Che mangeremo? Che berremo? oppure: Di che vestiremo? Tutte queste cose le ricercano i pagani. Il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”.
In questo passo possiamo riconoscere un accenno alla vita sociale. Il cibo e il vestito rappresentano l’economia; il Cristo invita ad impostare la vita non sulle necessità economiche, ma sulla ricerca del regno di Dio e della sua giustizia. Se appare chiaro che la giustizia è in relazione alla dignità dell’uomo, alla sfera giuridica dei diritti e doveri, può essere oscuro il significato delle parole regno di Dio.
Proviamo ad ascoltare come ne parla il Cristo stesso. I farisei gli domandarono: “Quando viene il regno di Dio?” Rispose: “Il regno di Dio non viene in modo che si possa osservare. Nessuno potrà dire: Eccolo qui, o: Eccolo là; infatti il regno di Dio è dentro di voi” (Luca 17, 20-21).
Parole enigmatiche, ma che ci indicano chiaramente qualcosa che ha a che fare con l’interiorità umana. (E’ interessante notare come le traduzioni oggi correnti dicano: il regno di Dio è in mezzo a voi, traduzione errata sia secondo il testo greco che latino). Ancora, in Lc. 13,18-21: Diceva dunque: “A che cosa è simile il regno di Dio? A che cosa lo paragonerò? E’ simile a un granello di senapa, che un uomo ha preso e seminato nell’orto.
Poi è cresciuto ed è diventato un albero e gli uccelli del cielo sono venuti a posarsi sui suoi rami”. E ancora: “A che cosa paragonerò il regno di Dio? E’ simile al lievito che una donna ha preso e impastato con tre grosse misure di farina. Allora il lievito fa fermentare tutta la pasta”. (vedi anche Mt. 13, 31-33)
Nel primo esempio siamo colpiti dall’immagine del seme, che parla da sola. E’ qualcosa di vivente, che è in germe, può svilupparsi e divenire capace di accogliere altri esseri. Ed esso è dentro di noi. Non ci ricorda ciò che avevamo detto in precedenza dell’attività conoscitiva vivente compenetrata d’amore, capace di crescere e di abbracciare gli altri esseri? Nel secondo esempio è accennato qualcosa ancora.
Che significato hanno le tre misure di farina, indicate sia in Luca che in Matteo? Osservando l’essere umano, abbiamo già considerato come esso porti in sé gli altri tre regni della natura. Possiede un corpo di sostanze minerali come le pietre, cresce e si riproduce come le piante, percepisce, sente e ha impulsi come l’animale. Ma egli possiede inoltre un quarto elemento, l’io autocosciente, che elabora e trasforma gli altri tre, come il lievito trasforma le tre misure di farina. Esso non è evidente, non si impone all’osservazione da fuori ( non viene in modo che si possa osservare, nessuno può dire: “eccolo qua”), ma è come un seme nascosto che deve essere cercato, se lo si vuole trovare.
In Mt. 13, 44-47 leggiamo ancora: “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo: un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo; poi, pieno di gioia, va, vende tutto quello che ha e compra quel campo. Ancora: il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di belle perle.
Trovata una perla di gran valore, va, vende tutto quello che ha e la compra”. E in Lc. 12, 31-34: “Cercate piuttosto il regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta. Non temere piccolo gregge perché al Padre vostro è piaciuto darvi il regno. Vendete quello che possedete e datelo in elemosina.
Fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove ladro non si avvicina né tignola distrugge. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”.
E’ il cuore stesso di ogni uomo lo scrigno che custodisce questo tesoro, ed esso è l’elemento divino nell’uomo, che può trovare la via verso il divino presente nel mondo.
(continua)
Stefano Freddo