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La divinità greca Nemesi è colei che amministra la giustizia divina in modo inflessibile. La radice del suo nome è ancora il verbo nemein.

E’ raffigurata con la spada nella destra e la clessidra nella sinistra. E’ la dea della giustizia e della morte. Secondo Friedrich Schelling, Nemesi è la potenza universale che non tollera che l’uomo possieda qualcosa senza averlo conquistato.

Se uno ha qualcosa, è solo al fine di perderlo; se non ha nulla, è perché possa conquistare qualcosa. Essa quindi fa circolare e distribuisce la ricchezza tra gli uomini secondo giustizia.

La morte è la sua arma più potente, perché l’uomo grazie ad essa viene privato di tutto il suo possesso, che passa ad altra mano. La spada uccide, ma anche taglia e divide secondo giustizia. La clessidra è il tempo, Cronos che genera i suoi figli e poi li divora, che fa nascere e fa morire.

Un’economia di giustizia ha quindi a che fare col morire e distribuire. Il morire è il fondamento dell’economia.

Mangiare è un bisogno che deriva dalla necessità di opporsi alla morte, ma comporta anche il consumare esseri di natura, vegetali e animali, la loro morte.

Distribuire ha a che fare con il fondamento dell’economia, che non esiste senza la circolazione e lo scambio. Questo è il concetto di merce, l’oggetto base dell’economia, dato da Steiner: merce è tutto ciò che, ovunque venga portato dall’attività umana nella circolazione economica, va verso il suo consumo.

Circolare e consumare hanno come premessa il produrre.

Come può inserirsi giustamente la produzione nell’attività economica in modo che attraverso la necessaria circolazione si giunga a soddisfare i bisogni dei consumatori? Questa che abbiamo appena espresso è la questione cardinale dell’economia, che può essere tradotta con questa seconda domanda: come si può in economia giungere alla formazione dei giusti prezzi?

Steiner indica la via: Immaginiamo che la terra sia disabitata e che tutti gli uomini nascano contemporaneamente, ricevendo ciascuno un pezzo di terra coltivabile di uguale produttività.

Immaginiamo che essi vengano nutriti dagli angeli fino al momento in cui siano abili al lavoro e poi siano lasciati a se stessi. Dal momento in cui essi inizieranno a lavorare la terra, potranno nascere i giusti prezzi di ciò che viene scambiato.

Immaginiamo dunque che ognuno, sul pezzo di terra che gli spetta di diritto, produca il necessario per soddisfare i propri bisogni.

Tutti dovrebbero coltivare la terra, allevare il bestiame, produrre tessuti e vestiti, costruirsi la casa, i mobili, gli attrezzi per il lavoro e i mezzi di produzione in genere. Tutto ciò è molto dispendioso in termini di lavoro. Ciò che si produce per sé costa molto caro.

Essendo però vicini gli uni agli altri, apparirebbe subito evidente che ognuno è dotato di uno speciale talento per una particolare attività.

La terra è suddivisa tra tutti perché tutti hanno lo stesso bisogno di sussistenza, ma i talenti, le capacità, non sono distribuiti in modo uniforme tra gli uomini.

Supponiamo che uno si dimostri particolarmente dotato nel costruirsi la casa. Gli altri potrebbero chiedergli di costruire anche le loro.

Per poter compiere questa attività egli verrebbe esonerato dalla necessità di lavorare per sé. Cederebbe quindi l’uso della sua terra ad uno che si dimostri abile nel coltivare.

Questo contratto di collaborazione sarebbe sancito da un foglio rilasciato al costruttore che contenga all’incirca queste parole: Questo assegno ti dà il diritto a ricevere la quantità di grano prodotta dal tuo pezzo di terra. Supponiamo che vi sia scritto: Vale 100 misure di grano.

Questo assegno non è altro che il denaro.

Questo tipo di contratto si ripeterebbe per ogni altro tipo di scambio di collaborazione.

Tutti coloro che si dedicano ad attività diverse dal coltivare e dall’allevare, consegnano il proprio pezzo di terra coltivabile ai contadini, ricevendo l’assegno corrispondente.

Ma anche i contadini lo ricevono poiché essi, per produrre esclusivamente alimenti per gli altri, rinunciano a produrre per sé tutto il resto, che acquisteranno dagli altri produttori.

Chiamiamo questo assegno reddito agrario, in quanto derivante dal proprio pezzo di terra. Il costruttore lo riceve a priori, prima ancora di iniziare la sua attività professionale, proprio per essere messo in condizione di svolgere questa attività per gli altri.

E ne ha diritto sulla base della terra che ha dato in uso all’agricoltore.

Possiamo dunque chiamare questo reddito: reddito base.

Nella nostra comunità nascerebbero naturalmente dei bambini. Anche ad essi verrebbe riconosciuto il diritto di disporre di un pezzo di terra.

Non potendo però essi coltivarlo, verrebbe affidato agli agricoltori, in cambio del corrispondente reddito base versato ai genitori dei bambini ed erogato ogni anno in relazione al ripetersi dei raccolti.

Da ciò si vede che il reddito base è indipendente dallo svolgere un’attività lavorativa, è incondizionato, fondandosi sul diritto al frutto del proprio pezzo di terra dalla nascita alla morte.

Il processo che abbiamo appena descritto non è altro che l’emissione monetaria. Essa avviene dal lato della natura, ha come base la produttività dei terreni coltivabili.

Qui nascono i prodotti della terra e nasce anche il denaro corrispondente per scambiarsi questi prodotti, che viene distribuito in parti uguali tra tutti in forma di reddito base, così come anche le terre sono distribuite in parti uguali.

Da questa giusta condizione di partenza nasceranno quindi i giusti prezzi. La parola prezzo deriva dal verbo apprezzare. Il valore di una merce lo dà il consumatore, colui che ne ha bisogno. Il produttore produce ciò che viene apprezzato dai consumatori, e lo può vendere perché tutti dispongono di denaro in forma di reddito base.

Attraverso il lavoro, producendo ciò che occorre agli altri, ogni produttore può incrementare il proprio reddito in misura corrispondente alla sua capacità.

Grazie alla divisione del lavoro e alla specializzazione che ne deriva i processi produttivi vengono perfezionati. Si produce a costi inferiori e per una vasta cerchia di consumatori, poiché tutti dispongono di denaro. Quindi i prezzi diminuiscono.

Una legge economica fondamentale è dunque la seguente: tutto ciò che si acquista dagli altri viene a costare meno caro che non se lo si producesse per sé.

(continua)

Stefano Freddo

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