Come operare Grazia su Grazia
Nel suo rapportarsi con il mondo dello spirito l’uomo spesso chiede delle grazie, delle intercessioni, degli aiuti. Quando tali aiuti e grazie vengono concesse, è fondamentale che ad esse segua un adeguato atto di ringraziamento. Al ricevimento di una grazia si dovrebbe ringraziare, ossia rispondere con un’altra grazia alla grazia ricevuta, anche se, a ben riflettere, già per il fatto di essere stati “ascoltati” dovremmo ringraziare e quindi la nostra azione dovrebbe essere svincolata dall’esaudimento della richiesta.
Il ringraziare nei Vangeli
Il ringraziamento è la manifestazione di una precisa legge spirituale, non è solo una questione di mera educazione. L’atto del ringraziamento permette la “conferma” della grazia, affinché questa non venga ritirata. Ricordiamo il passo del Vangelo di Luca (capitolo 17, versetto 11) riguardante i dieci lebbrosi? Gesù purifica dalla lebbra tutti e dieci gli uomini ma solo uno, il Samaritano, toma da lui per Glorificare Dio cadendo ai suoi piedi e rendendogli grazie. A questi Gesù proferisce “La tua fede ti ha salvato”. Tutti e dieci furono purificati dalla lebbra ma solo per uno di essi la grazia si completò, solo uno fu sanato e salvato.
Sempre nel Vangelo di Luca troviamo un altro passo riguardante un lebbroso guarito e dopo averlo guarito Gesù gli ordina di andare dal sacerdote e di fare l’offerta per la sua purificazione, come ordinato da Mosè (Le 5,14; Mt 8,1; Me I44). Nel passo successivo troviamo il risanamento del paralitico (più propriamente
“risanamento di un quasi sciolto”).
Questi, alzatosi, prese il suo lettuccio e andò verso la sua casa “glorificando il Dio” (Le 5,25).
Sicuramente il passo evangelico che chiarisce questo aspetto è presente in Giovanni 1,16 che recita “E dalla sua (del Cristo) plenitudine (come “pleroma”, ossia unione di più entità spirituali) noi tutti abbiamo ricevuto grazia per grazia”. Qui ci viene detto in forma esplicita che a grazia corrisponde nuova grazia in un susseguirsi senza fine e questo perché la Grazia, ossia l’Amore operante, per l’appunto, “opera”.
Anche nella resurrezione di Lazzaro Gesù opera quel che si dice la “preghiera di certezza”, infatti egli ringrazia il Padre (Gv I 41) ancora prima di chiamare Lazzaro fuori dal Sepolcro, certo dell’esaudimento.
La Santa Comunione
La forma di ringraziamento più praticata dalla cristianità è sicuramente la Santa Comunione. Il termine deriva dal greco cU/«ptoro) (eucharisto: “rendo grazie”).
La parola “grazia” deriva infatti dal greco “charis” mentre “eu” significa “bene, buono”. L’eucarestia è quindi il buono, il giusto ringraziamento con il quale possiamo rivolgerci al mondo spirituale.
La Comunione può essere sia sacramentale (attraverso il Pane ed il Vino durante la Santa Messa), che spirituale.
La prima è stata data all’uomo tramite il Re – Sacerdote Melchisedek ad Abramo (Genesi 14,18) e poi rinnovata da Gesù durante l’Ultima Comunanza (detta “cena”); la seconda è stata istituzionalizzata dal Concilio di Trento (1545-1563) su una pratica già presente da secoli nel mondo cristiano.
La Comunione, a seconda dello stato di coscienza e di devozione di chi la riceve, può risuonare o meno fino alle sfere spirituali superiori.
Va da sé che il ricevere la Comunione nelle condizioni sbagliate (in stato di alterazione animica, di non pentimento e di proposito di non ricadere, senza adeguata coscienza per ciò che si sta facendo, senza avere rispettato il digiuno dalla mezzanotte, ecc.) non ci aiuterà a porci in risonanza con il mondo dello Spirito ed il dialogo irrispettoso con il Divino può portare danno alla nostra anima ed al nostro spirito {“Perciò, chiunque morigera il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore”. S. Paolo ICor 11,27).
In ogni caso la Comunione, anche se non specificatamente “indirizzata” o “offerta”, costituisce una
forma di ringraziamento adeguato seppur “generico”. U nuovo Nella logica di un rapporto sempre più cosciente con il mondo spirituale, possiamo valutare se, ricevendo una grazia da una precisa Entità spirituale, sia opportuno effettuare una precisa azione di ringraziamento risuonante con la sfera di tale Entità specifica. In pratica la domanda che possiamo porci è: se noi ricevessimo una grazia dalla Madre, oppure dal Figlio, il modo di ringraziare sarebbe identico?
Da parte nostra, riflettendo su ciò che caratterizza l’azione delle diverse Entità Spirituale, siamo giunti alle seguenti conclusioni:
La Madre è colei che, con immenso amore e dolcezza porta la Vita del Padre nel mondo manifesto.
Azione a Lei gradita sarà che, per ringraziarla, noi operiamo in modo appropriato per aiutare la Vita a fluire nel mondo.
Lo Spirito Santo porta a manifestazione finale l’Idea creatrice del Padre e ci indica la Via per risalire al Padre.
E’ legato alla sfera della Luce, della Sapienza e della conoscenza (per tutti questi aspetti lo Spirito Santo e la Madre sono strettamente connessi, tanto che nell’antica Gnosi lo Spirito Santo aveva carattere femminile). Si onora lo Spirito Santo nel riconoscerlo, nel riconoscere l’idea divina e archetipica presente in ogni cosa manifesta.
Quando il nostro Io Superiore (lo Spirito Santo in noi) riconosce lo Spirito Santo presente in una cosa, in una pianta o in un animale, noi ringraziamo lo Spirito Santo in noi stessi.
II Figlio porta le forze della terapia, della trasformazione, del dialogo, della salvazione e della misericordia attiva. Quando noi portiamo queste forze nel nostro agire e quando noi stessi lavoriamo nella sfera del nostro Sentire per sviluppare la misericordia (la pietà del cuore) con una adeguata apertura del cuore, ma soprattutto quando siamo nella Verità (verità di pensieri, di sentimenti e di azioni), glorifichiamo il Figlio in noi.
II Padre è l’Idea da cui tutto origina, l’idea dell’evoluzione che poi si manifesta tramite il Figlio e attraverso lo Spirito Santo, nella Vita della Madre.
Noi onoriamo il Padre comprendendo il Suo disegno evolutivo (si può intendere sia il disegno che governa la nostra vita che il disegno evolutivo generale) e liberamente collaboriamo per realizzarlo con azioni di Libero Amore.
Attualizzazione del ringraziare
Ogni religione ha le sue “forme” per ringraziare il mondo spirituale. In alcune zone del mondo si fanno ancora piccole offerte alle divinità naturali o agli esseri elementari. Anticamente si offrivano sacrifici (sacrificio = fare sacro) di frutti della terra o di creature viventi.
Le azioni che abbiamo ora considerato “fanno sacra” la nostra vita, rappresentano il sacrificio adatto ed interiore dell’uomo libero e cosciente e ci portano ad essere in Comunione con il mondo dello Spirito con una modalità universale e libera da forme, forme che rappresentano sempre un aspetto riduttivo di quella totalità che è Dio.
Enzo Nastati