(da oo 174a – 12a conferenza) Conferenze per Membri secondo uno stenogramma non riveduto dall’autore. Edito da Marie Steiner.
Traduzione di Luisa Fliess.Monaco, 4 maggio 1918
Dalle considerazioni esposte qui l’altro ieri si può rilevare come attualmente vige una certa necessità per cui gli uomini abbiano a sviluppare interessi attinenti alla Scienza dello Spirito. Poiché oltre ai compiti che essa deve svolgere in senso più limitato per l’uomo singolo, per il suo sentimento, le sue necessità di vita, i problemi della sua anima, essa è atta a procacciare chiarezza su certe questioni che l’uomo oggi è assolutamente chiamato a considerare.
E proprio da tale punto di vista ho detto quanto sia necessario lasciare soprattutto operare sull’anima quella serietà di vedute che oggi deve ispirare coloro che vogliono avvicinarsi alla Scienza dello Spirito. Bisogna cercare di indagare nelle più molteplici direttive, da che cosa dipende veramente che l’umanità sia piombata in una situazione talmente catastrofica: poiché tutta la portata di essa oggi non viene ancora valutata e sentita in tutta la sua profondità, e abbastanza seriamente.
Ma verrà il tempo in cui gli eventi, i fatti medesimi ne sveleranno tutta la gravità, in ben altro modo di quanto accade fino ad oggi. Tuttavia, proprio sul terreno scientifico spirituale, bisognerebbe riconoscere che non basta aspettare, diremo, fino all’ultimo momento per la comprensione di ciò che è necessario conoscere di fronte alle esigenze dei nostri tempi. Soprattutto è necessario adattarsi con comprensione al fatto che talune verità necessarie al genere umano nell’ora attuale e nel prossimo avvenire, sono proprio scomode, e che è molto più facile intonare canti di lode sulle meraviglie del nostro progresso, specie su quelle ottenute dalle grandi conquiste culturali scientifiche, che non indicare quanto opera e vive nei diversi rapporti reciproci degli uomini su tutto il globo e determina, direi, il carattere dell’umanità attuale.
L’umanità attuale è chiamata a molti compiti, è condotta necessariamente a comprendere questo o quello, ma molte cose che debbono venir comprese sono poco piacevoli da comprendersi, e richiedo no un certo giudizio spassionato e senza riguardi nei confronti della propria indole umana. L’evoluzione del nostro tempo presenta certe tendenze. Si può dire per un’ipotesi: non è già impossibile che si perduri nel giudizio come quello del cosiddetto esame delle attitudini di cui ho fatto cenno.
Attualmente ci sono dei pedagoghi che ne fanno la propaganda, considerano magnifiche cose siffatte, mentre il rimanente dell’umanità si rifiuta di formarsene un giudizio, trova il modo di dormire davanti a tali tendenze arimaniche, che si introducono mediante questa sorta di esame e mediante ben altro ancora. Se degli sforzi siffatti, se siffatti ideali (s’intende che anche questi sono degli ideali) debbono continuare a reggersi, ciò eserciterà un influsso penetrante in profondità su tutto lo sviluppo dell’essere animico umano, soprattutto un influsso ben determinato e configurato sulle facoltà fondamentali dell’anima, ossia sul Pensare, Sentire, Volere.
Si potrebbe sollevare la domanda in ipotesi.. poiché il fatto non deve avverarsi e la cosa dovrà pur trovare rimedio grazie agli sforzi, alle tendenze di coloro che si dedicano alla concezione antroposofica, ma come ipotesi si può chiedersi per sapere ciò che conviene fare: Quale è la configurazione che dovrebbero assumere le tre facoltà basilari dell’anima umana, se si consolidassero soltanto le tendenze dominanti al presente, dovute al pensiero materialistico arimanico? Se non si opponesse loro uno sforzo spirituale, una volontà spirituale? Per quanto grandioso e poderoso possa dispiegarsi il progresso della Scienza naturale nel campo della Tecnica e altri campi, proprio questo progresso naturalistico imprimerà sempre più alla struttura fondamentale del pensare odierno il carattere della limitazione e della grettezza.
Non si può definire la cosa diversamente. Già fin da oggi va mostrandosi nelle più ampie cerchie l’inizio di tale grettezza e limitazione, consistenti nel fatto che sempre più si verrà peccando contro lo schiudersi dell’anima tutta al cospetto del mondo. Sempre più ci si limiterà ad ascoltare teoricamente, intellettualmente, quello che i concetti e le rappresentazioni ci dicono, poiché oggi viviamo nel tempo dei programmi e il tempo dei programmi è proprio quello dell’intellettualismo. Cosa è in fondo quello che oggi si predilige fare volendosi sacrificare al bene dell’umanità?
Si fonda un sodalizio perché so io, e si mettono in piedi dei programmi, degli ideali. Questi s’intende che possono essere pieni di ingegno, oltremodo benevoli e persuasivi, ma per lo sviluppo dell’umanità può darsi anche che non valgano proprio niente! Ci si domanda: cosa vuole il tal dei tali? E se costui dice (prendiamo qualcosa di astratto) voglio coltivare l’amore in generale cosa mai si può fare di più bello? S’intende che allora bisogna partecipare a questo sodalizio! Ma considerate che viviamo in un tempo nel quale a motivo di un certo 3 tedio, un certo disgusto a cui è arrivata la civiltà, è di una facilità estrema stabilire i più bei programmi, le idee più peregrine. E si può essere nel contempo, in quanto al senso e all’interesse che si mette pel complesso dell’umanità e dei suoi interessi veri e reali, un uomo d’intelligenza limitatissima. Oggi talvolta accade che in date circostanze concernenti la cultura, si può aver ragione in senso più elevato, mentre secondo la maggioranza si è forse nel torto.
Così può per esempio succedere di giudicare oggi un balbettio poetico, che tuttavia annuncia veramente e realmente un’intima forza dell’anima, superiore ad altri versi in sé compiuti che ci sembrano perfetti solo riguardo alla forma esteriore del poetare. Oggi ci può essere chi compone versi mirabili riguardo allo stile del verseggiare antico, mentre lui non possiede forse alcuna forza d’animo notevole. Occorre tener calcolo di simili cose in un’epoca che come l’attuale reca alla evoluzione del genere umano grandi problemi, di portata eminente. E’ perciò necessario dire: gli uomini devono imparare ad aprire tutta la loro anima di fronte a quelle anime di carattere in sé compiute: debbono imparare a fare sempre meno conto del contenuto in genere di ciò che si dice, ma ad approfondire sempre più lo sguardo nel sapere e nel vigore di quanto l’una o l’altra personalità colloca, pone nel mondo. Stiamo pure sperimentando il più tremendo spettacolo storico nel fatto che sulla Terra intera gli uomini si prostrano, adorando, davanti a dei principi come quelli che ci provengono da Woodrow Wilson, perché questi principi persuadono, perché non si prestano a contraddizione. Si capisce che persuadono, che non vi si può obiettare nulla!
Ma sono vecchi come il pesare umano, sempre e poi sempre si è detto così! Non vi è in essi niente che aderisca ai compiti reali, concreti, immediatamente presenti, ma la gente trova scomodo trasferirsi nei compiti reali, concreti, immediatamente presenti, di sviluppare un pensiero agile e penetrare così nella concretezza immediata delle questioni. Non lo nego, ci vuole molto tempo per adattarsi a ciò che è positivamente concreto, ma oggi è indispensabile comprendere queste cose e trasferirsi un poco nell’anima dell’evoluzione che il genere umano sta attraversando. Vi è una città abitata da una popolazione di tedeschi meridionali, in essi sorse nel XVIII secolo una personalità molto importante, Giovanni Enrico Lambert. Kant che fu suo contemporaneo lo chiamò il massimo genio del suo secolo; poiché se le idee di Lambert avessero prevalso sulla cosiddetta teoria di Kant-Laplace ne sarebbe scaturita cosa di somma importanza. Questo tale Lambert era cresciuto, figlio di un sarto, in una città tedesca meridionale e a quattordici anni si mostrò dotato di ingegno eccezionale. Il padre presentò un’istanza al saggio Consiglio della città, il quale, dopo lunghe insistenze, si lasciò indurre a concedere un 4 sussidio di 40 franchi a pro del giovinetto pieno di ingegno, col patto però che mai egli si sarebbe presentato a chiederne altri.
Dovevano passare cento anni ed ecco che intorno al 1840 questa città elevava un monumento all’uomo che, quattordicenne, aveva messo alla porta; infatti egli dovette abbandonare la città e a Berlino, per speciali circostanze, raggiunse la propria grandezza. Ora esiste un bel monumento, sovrastato dal Globo, per accennare che tale genio scaturì da questa città, grande e potente, capace di albergare simili Geni, che questo genio, capace di abbracciare l’universo, è sorto da questa terra. Certe volte occorrono anche più di cento anni per rendersi conto di quello che brulica in giro quanto a doti geniali! Ma quante volte è stato ripetuto proprio fra noi, che ora si avvicina il tempo in cui gli uomini debbono svegliarsi a una coscienza, a una consapevolezza libera, poggiante su sé stessa; in cui non debbono più oltre trascurare assonnati ciò che accade introno a loro, e questo tempo si avvicina a passi da gigante. Gli uomini debbono imparare a schiudere le loro anime per vedere quello che realmente c’è.
Poiché, lo ripeto, la particolare configurazione della civiltà materialistica minaccia di rendere ottuso e limitato il nostro modo di rappresentare le cose. La Scienza dello Spirito dà concetti e rappresentazioni che non permettono grettezza del pensare. I suoi concetti esigono appunto costantemente che ogni cosa si contempli dai più diversi lati. Ancora oggi molti che stanno nelle nostre file, si arrabbiano quando sentono dire che è uscito un nuovo Ciclo che contempla la cosa da un lato tutto differente. Ma ciò è inevitabile, che le cose si guardino dai punti di vista più diversi e che si esca finalmente da quello che vorrei chiamare assolutismo nel giudicare. La verità che viene concepita nello Spirito non può facilmente essere incastonata in rigidi contorni, perché lo Spirito è mobile. La Scienza dello Spirito combatte dunque contro la grettezza e la ristrettezza del modo di pensare. Dire questo oggi pensando al momento attuale, è indubbiamente difficile, tuttavia è necessario. La seconda facoltà che si osserva nell’animo è il Sentire. Quanto al sentire, al mondo del sentimento, qual è la tendenza a cui la civiltà materialistica sospinge l’umanità? Si può dire che proprio in questo campo abbia proceduto assai.
Nel campo del sentimento la civiltà materialistica conduce a ingenerosità, a meschinità di cuore, a pedanteria. In verità, la nostra civiltà materialistica ha tutte le migliori disposizioni per crescere a dismisura. Grettezza d’interessi, la gente vorrebbe appartarsi nelle cerchie più anguste. Ma oggi l’uomo non è più chiamato a chiudersi in cerchie ristrette, ma a riconoscere come egli costituisca un suono nella grande sinfonia cosmica. Consideriamo ora da un ampio punto 5 di vista una cosa che conoscete già 2 , ma è bene qui ricordare. Possiamo calcolare come, oggi che ai calcoli si tiene moltissimo, l’uomo si inserisce nel Cosmo. Il numero dei nostri respiri è circa di 18 al minuto. Moltiplicato per 60 minuti, cioè un’ora, e poi per 24 ore, abbiamo 25920 respiri al giorno. Entro le 24 ore 25920 respiri.
Ora facciamo un altro calcolo. Sapete che ogni anno il punto di inizio della primavera, del Sole, avanza di un breve tratto sulla volta celeste. Retrocediamo a epoche remotissime: il Sole si levava in primavera nel Toro, poi procedette un poco e un altro poco, fino a entrare nel Capricorno e poi avanza ancora, e il Sole così gira apparentemente in modo ovvio e naturale. Quanti anni impiega il Sole per procedere così a spinta, sempre un po’ più avanti, fino a che poi ritorna al medesimo punto? Esso impiega 25920 anni, vale a dire che il Sole compie un giro intorno al grande Cosmo in 25920 anni, nello stesso numero di anni di quante respirazioni noi compiamo in un giorno. Pensate un po’ quale mirabile coincidenza! Il Sole procede in avanti e quando ha compiuto per 25920 volte questo passo, così come noi quello nostro interiore mediante un respiro, allora il Sole ha girato attorno al Cosmo per una volta. Così noi siamo, mediante la respirazione, una immagine riflessa del Macrocosmo.
E la cosa continua, miei cari amici. La durata media della vita – s’intende che si può vivere molto più a lungo ma, d’altro canto, molti muoiono prima – la durata media della vita umana è di 70-71 anni. Che cos’è la vita umana? E’ pur essa una somma di respirazioni differenti. Nel respiro fisico solito, aspiriamo l’aria e la espiriamo. Durante una giornata di 24 ore, se siamo persone come si deve e non buttiamo via le nottate, noi facciamo una grande aspirazione del nostro Io e del corpo astrale al risveglio e, addormentandoci, espiriamo nuovamente l’Io e il corpo astrale: anche questo è un respiro. Ogni giorno un respiro del nostro corpo fisico e di quello eterico nei confronti di Io e corpo astrale. Quante volte compiamo tutto ciò, durante una vita che duri circa 70 o 71 anni? Fate un po’ i conti di quanto l’uomo vive in media: 25920 giorni! Vale a dire che in una giornata imitiamo con la spinta del nostro respiro, il corso del Sole nel suo cammino mondiale, durante cui tiriamo il fiato altrettante volte quante spinte compie il Sole, finché ritorna al medesimo punto nel Cosmo; e inoltre compiamo la grande respirazione, l’inspirare di corpo astrale e Io nel corpo fisico e eterico e l’espirare di Io e corpo astrale nei 70-71 anni, altrettante volte quante respiriamo durante una giornata, ossia 25920 volte, tante spinte in avanti compie il Sole finché ritorna al medesimo posto.
Di siffatte cose che ci possono mostrare come siamo inseriti nella grande armonia del Tutto con la nostra vita umana, secondo una norma numerica e anche altrimenti, ce ne sarebbero molte da annoverare, e non sarebbero meno sorprendenti né apparirebbero meno grandiose di quanto ora esposto. Sì, molte cose stanno nascoste nel mondo come l’uomo è inserito nel Cosmo, ma questa parte nascosta porta i suoi profondi effetti, poiché in fondo è ciò che in tempi antichi veniva compreso quale Armonia delle Sfere. Gradatamente impariamo a comprendere che di noi stessi, come uomini, non sappiamo niente di niente se pedantemente limitiamo il nostro interesse alla nostra cerchia più ristretta.
La pedanteria, il filisteismo è proprio diventato sempre più la caratteristica dell’epoca moderna. Eh sì, è diventato la disposizione d’anima della concezione mondiale religiosa, e proprio da lì questa disposizione fondamentale alla pedanteria, al filisteismo, è venuta irradiando in gran numero di anime. Se risalite oltre i primi secoli del Cristianesimo trovate una dottrina sublime. Essa era adatta a quei tempi, oggi va sostituita dalla nostra concezione scientifico spirituale, poiché i tempi diversi richiedono cose differenti dall’umanità.
Allora la Gnosi era una dottrina mirabile3. Osservate il modo grandioso con cui codesti Gnostici pensavano sull’indagine degli Eoni, sulle Gerarchie spirituali, come vedevano la nostra piccola Terra trovare il proprio rango nella grandiosa evoluzione cosmica dei mondi, con le sue Entità così innumerevoli, nelle cui file l’uomo sta inserito. Occorreva una agilità di pensiero, occorreva un tal quale buon volere per educare, per comprendere i propri concetti, onde non si calcificassero come usa oggi, e potersi lanciare in alto fino alla Gnosi! Venne poi non il Cristianesimo ma la confessionalità cristiana, e i rappresentanti ufficiali del Cristianesimo odiarono la Gnosi. E per questo motivo denigrarono l’Antroposofia, sono troppo pigri per occuparsene e conoscerla, ma quando sfogliano qualche libro sono presi dall’oscuro sospetto: Anche questo potrebbe essere una specie di Gnosi.. Per l’amor di Dio.. dovremmo adattarci a dei concetti nuovi, a rendere mobile il nostro Spirito!..
Alla fine siamo pur riusciti a portare gli uomini a una certa semplicità del pensare, specie in campo religioso.. E’ incalcolabile, dicono, cosa ne verrebbe fuori se ci sbilanciassimo in sfere così alte! Si dice che l’uomo può giungere benissimo ad accogliere nell’animo più ingenuo e semplice, le supreme cose divine, né occorre affaticarsi, ma l’anima più infantile e primitiva è in grado di raggiungere in qualsiasi momento l’elemento supremo del Divino! Eh sì, cari amici, occorre penetrare nel nocciolo di siffatte cose, e quello che preme è di vederle tali e quali! Poiché, sono esse stesse le pietre fondamentali sulle quali si erge il modo di pensare il filisteismo del nostro tempo. E questa è la causa per cui la disposizione d’animo nelle diverse confessioni è diventata talmente banale: perché le sta alla base ciò che ora ho letto; quel modo di pensare che oggi lusinga gli uomini, i quali pretendono di essere modesti e umili, ma che sono in fondo immodesti al massimo, poiché l’immodestia, lo strombazzamento, la megalomania sono una caratteristica fondamentale del nostro tempo. Su ogni cosa si giudica, anche se frutto di ardue esperienze, si giudica anche da chi sa benissimo di non essersi mai affaticato un gran che nelle proprie esperienze, che cercò di arrivare semplicemente alle cose più ovvie: a concludere che per conoscere Dio non c’è da far fatica..
Dio deve sempre risultare all’anima più semplice e infantile che gli si voglia accostare! Tutto questo ci prova che la Scienza dello Spirito deve fare arretrare soprattutto l’elemento banale, filisteo. Ma questo filisteismo se ne sta ancora altrove da dove lo si sospetta, e molti di coloro che credono proprio di esserne assolutamente immuni, ci stanno dentro fin sopra la testa. Molti ismi e molti modernismi – il programma dei quali sta proprio nel non volere essere come i filistei – veramente non sono altro che mascherate banalità.
Eccovi il secondo punto, miei cari amici. Sul campo del pensiero, della rappresentazione, occorre venga respinta la grettezza invadente, sul campo sentimentale, il filisteismo che si avvicina ugualmente invadente. Debbono essere sostituiti dalla larghezza generosa degli interessi, dalla volontà di volgere realmente gli sguardi su ciò che accade nel grande quadro dello sviluppo terrestre. Tentammo l’altro ieri di caratterizzare concretamente l’azione degli Spiriti di Popolo. Sono questi come sappiamo, gli Arcangeli e avrete potuto rilevare come questi Spiriti di Popolo stanno in rapporto con i luoghi su cui dati popoli si sviluppano sulla Terra. In Italia lo Spirito di Popolo agisce mediante l’aria; mediante tutto ciò che è liquido esso agisce nelle regioni della Francia attuale. Ma queste cose naturalmente si incrociano con varie altre e bisogna tener presente che sulla Terra gli uomini vivono gli uni accanto agli altri, che gli uomini in certi tempi trattengono certe fasi dello sviluppo, in altri le fanno progredire, in altre producono il decadimento. Qui va notato una cosa della massima importanza. Considerando la Terra intera a guisa di un organismo e chiedendoci che cosa accade sull’insieme della superficie terrestre, possiamo anzitutto contemplare le varie regioni dell’Asia, dell’Oriente asiatico come si usa chiamarlo. In questo Oriente Asiatico oggi si incarnano molte anime, le quali per il loro karma, per apporti di incarnazioni precedenti, stanno ancora impigliate in peculiarità passate dell’evoluzione generale. Anime che si cercano dei corpi nei quali possono dipendere, fino a una certa tarda età, dallo sviluppo fisico-corporeo.
Oggi normalmente questa dipendenza va soltanto fino ai 27 anni, e tale dipendenza dello sviluppo fisico-corporeo fino ai 27 anni è propriamente quello che rappresenta il carattere fondamentale della nostra epoca. E’ un fatto molto rimarchevole dei nostri tempi e molte cose presenti si comprendono allorché lo si consideri. Ad una fra le tante devo già avervi accennato4. Io mi chiesi una volta: come starebbero le cose riguardo a un uomo che dovesse essere per eccellenza il tipo dei nostri tempi? Come vi si dovrebbe egli inserire con tutto il proprio lavoro e la propria attività? Dovrebbe escludere da sé, in certo modo, tutto quello che di solito si usa accostare agli uomini da fuori, impedendogli di essere in balia soltanto di sé stesso, fino al 27º anno di vita.
Costui dovrebbe essere quello che si usa chiamare l’uomo che si è fatto da sé (self made man). Fino al 27º anno egli dovrebbe essere toccato ben poco da quanto supera la normalità, l’elemento rappresentativo del nostro tempo, dovrebbe svilupparsi e poggiare completamente sui suoi piedi fino ai 27 anni. Dopo ciò egli dovrebbe per esempio venir eletto deputato in Parlamento! Sapete bene, venire eletti al Parlamento significa oggi essere all’altezza dei tempi! Poi, dopo eletto deputato e magari dopo un po’ di anni diventare perfino ministro, allora egli è in certo modo stigmatizzato; allora la gente osserva più tardi che egli traballa in una o in un’altra direzione, poi gli capita una disdetta qualsiasi.. e dopo? Come hanno da proseguire le cose? Dopo non si riesce a svilupparsi più oltre, si rimane il tipo del nostro tempo, il vero rappresentante di questo tempo! Uomini siffatti oggi ci sono, uno di questi è per esempio Lloyd George.
Non c’è uomo che porti ad espressione in modo più tipico e caratteristico quello che vige al tempo nostro, se non Lloyd George, il quale fino al 27º anno ha estratto fuor da sé stesso tutto ciò che mai oggi un uomo può trar fuori dal suo essere fisico corporeo. Egli fu autodidatta, entrò di buon ora nella vita pubblica, nel Socialismo, imparò pure che a 27 anni conviene entrare in Parlamento e vi fu eletto. Qui diventò ben presto uno degli oratori più temuti, perfino uno dei più temuti sbirciatori (si chiamano bene così), se ne stava sempre là in agguato, strizzando l’occhio quando qualcuno parlava, il sollevarsi delle sue palpebre costituiva qualcosa di speciale e ciò era ben noto in Lloyd George. Venne poi il Ministero Campbell Bannerman, e allora si disse: Che ne facciamo di Lloyd George? E’ un uomo pericoloso.. sarà meglio che lo facciamo Ministro, e fu accolto nel Ministero. Sì, ma quale posto gli assegneremo? Ebbene, gli assegneremo un posto di cui non capisce un bel niente! Lì sarà utile al massimo, ci darà da fare il meno possibile. Lo si fece Ministro delle Ferrovie e delle costruzioni navali.
Ebbene, nel giro di pochi mesi Lloyd George si corredò di quanto occorreva. Introdusse le più grandiose riforme, fece cose magnifiche. Che ve ne pare? Il tipo di uomo di oggi non si può descrivere meglio che descrivendo Lloyd George. Egli è quasi un estratto dell’attuale materialismo e molte cose del momento si possono comprendere se si riesce a entrare in quest’ordine di idee. Così stanno le cose nella parte centrale del mondo direi fra l’Oriente Asiatico e l’Occidente Americano, e per eccellenza nella civiltà europea è così, che fino al 27º anno si può attingere ciò che può riuscire importante altresì per lo spirituale animico. Da lì in avanti, volendo procedere, occorre che venga acceso e fomentato nell’anima un impulso animico spirituale perché l’elemento fisico corporeo non largisce più nulla. Quindi in un uomo come Lloyd George c’è tutto quello che il presente largisce di per sé, ma nulla egli possiede proprio nulla di quanto occorre conquistarsi in modo libero.
L’ora presente largisce, s’intende, molta genialità, molte doti, ma nulla spontaneamente di per se stessa largisce di ciò che è spirituale. Questo occorre conquistarselo mediante liberà interiore. Tuttavia in Asia ci sono ancora molteplici occasioni di trovare dei corpi che permettono di partecipare a uno sviluppo animico spirituale al di là dei 27 o 28 anni. Ne viene che là si incarnano anime che vogliono attingere qualcosa al fisico corporeo anche oltre detto periodo. E perciò là esiste una cultura spirituale indiscussa, spontanea, una cultura che ci tiene che le cose circostanti vengano guardate dallo spirituale, che l’elemento spirituale venga riconosciuto nel mondo. Ben inteso che anche in Oriente prende piede una grande decadenza, essendovisi diffuso il materialismo, ma essendo questo disadatto al massimo per l’Oriente, qui il decadimento si verifica al sommo. Però in coloro che guidano le masse si vede ancora presente una spiritualità ovvia, connaturata, e la civiltà europea materialistica è avversata al massimo, con intimo odio. Un uomo quale Rabindranath Tagore, che tenne ultimamente un discorso sullo Spirito del Giappone, ebbe a dire: “Noi orientali accettiamo s’intende le conquiste europee quanto alle contingenze culturali, ma questa civiltà la releghiamo nei nostri sotterranei e ci guardiamo bene dal fare entrare nelle nostre stanze codesta civiltà europea…” perché per lui la spiritualità è cosa ovvia.
Oggi siffatte cose vanno sapute, poiché esse costituiscono le forze basilari di ciò che avviene nel mondo, da cui dipendono oggi gli eventi mondiali. Mi direte: “ma noi pure possediamo per esempio nella nostra civiltà dell’Europa Centrale, le disposizioni esplicite ad una spiritualità fondata davvero su idee lucide e chiare!”. Non lo nego, e di tale spiritualità possiamo parlare 10 (come già tentai di farlo nel mio libro L’enigma dell’Uomo5), quasi di una corrente dimenticata della vita culturale germanica. Affinché ci compenetrassimo di una spiritualità che nello sviluppo umano andasse veramente oltre quanto poté raggiungere la spiritualità orientale, basterebbe che ci ricolmassimo delle meravigliose Immaginazioni, quali le troviamo per esempio già in Herder o in Goethe. La cultura orientale, di per sé, non ha prodotto nulla di simile a Herder, il quale vede in ogni nuova aurora una immagine della nuova creazione dell’universo e ne dà la più grandiosa descrizione. Coloro che oggi non vogliono essere dei filistei, lo sono a tal punto da dire: di simili vecchiumi non ci si occupa ormai più, Herder è dimenticato da un pezzo! Se a qualcuno si chiede di Herder, nessuno ne sa più niente, vero? E l’Oriente giudicando delle condizioni culturali, giudica naturalmente in base a quello che vive nella reale corrente esteriore della cultura Centro Europea. Leggete l’arguto cinese Ku Hung-Ming che ha descritto benevolmente detta cultura, oppure le conferenze tenute da Tagore recentemente: vedrete come la gente si chiede: che posto tiene questa Europa nel progressivo progresso dell’Umanità? Essi sentono oscuramente che questa Europa Centrale sarebbe chiamata a guidare gli uomini al di là di quanto lo spiritualismo ha loro conferito.
Ma poi scrutano anche se questa Europa centrale non abbia forse trascurato di sviluppare le disposizioni, i germi grandiosi che ci sono, che essa contiene. Gente come Goethe, sì l’ebbero, ma non seppero farne un bel niente, questi bravi materialisti tedeschi! Quando morì l’ultimo nipote di Goethe, si presentò ancora l’occasione di introdurre il Goetheanismo nella vita culturale germanica. Venne allora fondato l’archivio di Goethe e Schiller sotto l’incomparabile, magnanima egida di una principessa tedesca. Si formò la società Goetheiana, e grande fu l’impulso che venne dato verso il 1880, ma perennemente non si sapeva chi metterne a capo, perché fosse in grado occuparsi veramente della spiritualità di Goethe.
Accadde che nell’ultima elezione non si nominò persona capace di spiegare quella spiritualità che era nell’opera di Goethe, ma la carica venne data a un ex ministro delle finanze! Eh sì, cari amici, ma è proprio alla stregua di cose simili che il mondo deve giudicare ciò che accade nel centro Europa. L’eredità di Goethe è oggi amministrata da un ex ministro delle finanze, il quale, è vero, ha il prenome sintomatico di «Krenzwendedich» (croce rivoltati), ma se si adempisse il carattere sintomatico di questo prenome, io non so se ne prenderebbe il posto qualcosa di meglio.. Miei cari amici, queste cose potrebbero mutare soltanto se gli interessi meschini venissero sostituiti da grandi, da vasti inte ressi; se si tenesse realmente conto come i vari impulsi si esplicano sulla Terra; come i corpi in Oriente rendano accessibili a una spiritualità alquanto arretrata quelle anime che vogliono oggi incarnarsi in corpi ancora capaci di lasciare agire sulle anime delle doti emanate dal fisico corporeo al di là dei 27 anni. In Oriente ci si ferma a un gradino inferiore di evoluzione dell’umanità; ci si ferma a quello che l’umanità sperimentò di già nel passato.
Qui nel centro europeo stiamo collocati là dove è chiamato a verificarsi il rivolgimento; dove oggi fino ai 27 anni di vita (a metà del XV secolo ciò si protraeva fino ai 28) si può attingere quanto occorre traendolo dal corpo fisico. Ma lo sviluppo ulteriore dell’anima umana richiede, se non si vuole invecchiare anzi tempo e nulla attingere dalla propria giovinezza, richiede, dico, che si abbia un impulso spirituale, e non come l’uomo dell’Oriente un impulso spirituale non libero. Procediamo ora verso Occidente, verso l’America. Ivi l’umanità è tale che rimane indietro, che in certo modo non arriva fino a questo segno. In Oriente l’umanità si è fermata a gradi anteriori; nel Centro trovate l’età normale; in America, in Occidente, opera l’elemento sub-terreno.
Perfino su spiriti come Woodrow Wilson opera in maniera che sono ossessi dalle loro proprie parole, dai loro propri principi. Sono essi (ma qui l’espressione ha un valore un po’ diverso) come fanciulli maturati anzi tempo, che non possono giungere alla completa valorizzazione di quanto può venire valorizzato, messo in opera fino al 27º anno. Se verrà giorno in cui si riuscirà a guardare e riconoscere sino in fondo ciò che oggi fa tanto impressione a molta gente, allora si porrà per esempio il quesito: Come mai è potuto accadere che uno Spirito come Wilson, il quale alla sua età non accolse in sé nulla più di quanto si accoglie fino al 27º anno di vita, poté divenire il grande universale maestro di scuola? L’ampiezza dell’interesse per porsi davanti all’anima, veramente sul serio, una tale domanda non la si possiede. Non si vuole uscire dalla banalità filistea! Quella singolare corrente che si manifesta nell’umanità con la tendenza a spingersi da Oriente verso Occidente, di conservare il passato attraverso la norma del Centro, dirigendosi verso il decadimento dell’Occidente.. è cosa insita nello sviluppo dei popoli e della Terra e non già insita, ben s’intende, all’uomo singolo.
L’interessamento deve svilupparsi affinché si sappia quali impulsi percorrono la Terra tutta quanta, e affinché si sappia valutarli. Ritornando ancora all’Europa Centrale, qui a lungo furono normative le correnti, le tendenze del Sud, la civiltà dell’Europa Media venendo invasa dalle caratteristiche greco-romane, sconfinò il carattere conservativo del Sud. Oggi ci troviamo a un punto di svolta, la popolazione della Media Europa deve compenetrarsi dal Nord di un elemento specificamente di progresso. E questo elemento spe cifico, ossia gli impulsi oggi favorevoli del periodo Iperboreo, debbono percorrere tutta la nostra anima. Eccovi ciò di cui bisogna tener conto! Poiché, altrimenti, se l’uomo non schiude gli occhi e l’anima di fronte a questi grandi impulsi del divenire dell’umanità, la Terra rischia di prendere una direzione di sviluppo falsa, non diventa terreno confacente per l’architettura cosmica del mondo e ciò che dovrebbe significare l’ultima epoca di evoluzione della Terra, dovrà sottostare al richiamo di un altro pianeta.
Oh, sono interessi di vasta portata quelli che stanno in gioco! E’ urgente svincolarsi dalla banalità e curare lo sviluppo di questi grandi interessi! Soltanto portandoli a essere i nostri interessi arriviamo a saper valutare adeguatamente certe manifestazioni del nostro tempo. Chiaramente si vede che al tempo nostro nature umane si biforcano, fenomeno questo ancora all’inizio; tuttavia gli uomini si biforcano in certe nature che conducono a maggior durezza la loro parte fisico-corporea, la induriscono, ossia la sviluppano in una certa sclerosi fino al 27º anno di vita, poi si fermano, negano l’animico spirituale; se non capita loro per caso un’occasione continuativa per eccitare l’umanità, per condurre l’umanità verso i disastri, allora si inacidiscono, si buttano in braccio alle piene banalità, divengono ottusi. Una delle biforcazioni porta all’ottusità del genere umano, altri invece si buttano in braccio fino al 27º anno a tutte le forze eccitanti e pulsanti del fisico-corporeo, attingono tutta la spiritualità al fisico-corporeo: molto è insito in questo.
Non dimentichiamo: noi tutti veniamo al mondo dotati di enorme saggezza, non avremmo che da trasformare questo tesoro di saggezza in consapevolezza, di trasferirlo in tutta la nostra corporeità. La Scienza dello Spirito tenta di sollevare a coscienza, armoniosamente, tutto quello che risiede nel sangue, nervi, muscoli. Non soltanto gli ottusi respingono la Scienza dello Spirito, ma spesso anche coloro (e il loro numero verrà aumentando) che sentono pulsare vivamente fino alla maturità sessuale e fino al 27º anno di vita, ciò che laggiù bolle e ribolle di genialità nei nervi, nel sangue e nei muscoli. Queste nature, eccessivamente ferventi, messe in combustione, direi, dalla vita umana, diventeranno sempre più frequenti. Qua o là sorgono frequentissime fin da oggi. Di esse si popolano i manicomi ecc. ma non si riconosce che il loro risanamento vero sta nella Scienza dello Spirito orientata antroposoficamente. Una natura tipica è salita, non è tanto, a notorietà mondiale: il filosofo Otto Weininger.
Era un uomo il quale nel modo più caotico, disarmonico e grezzo, recava a galla quanto giace nei nervi, muscoli e sangue e che scrisse «Sesso e carattere», giunto poi a fama mondiale essendo anche qui gli uomini rimasti presi stupidamente. Così ci cascarono gli stessi filistei, senza comprendere che il libro, ad onta di tutto ciò che ha di insensato 13 e repellente, proveniva da una idea, da una rivelazione elementare di nervi, sangue e muscoli. A tali uomini, dato il loro essere umano, si presenta ciò che la Scienza dello Spirito vorrebbe sviluppare ed elaborare in modo armonico e ordinato, ma essi non lo imparano dalla Scienza dello Spirito, perché in loro vi è una esigenza di nervi, sangue e muscoli. Tuttavia, si pongono il quesito che necessariamente oggi l’umanità deve porsi e senza il quale non può progredire: “In che modo, essendo io entrato nel mondo fisico mediante la nascita, la concezione, in che modo diverrò io un prosecutore della mia esistenza spirituale-animica, che decorre dall’ultima mia morte fino a questa nascita?”. Quesiti simili, che la Scienza dello Spirito considera basilari, debbono sollevarsi e vengono sollevati da coloro che lasciano venire alla superficie ciò che risiede nei nervi, nel sangue e nei muscoli. Vedete, Weininger si è proprio chiesto: ma perché, per quale motivo me ne sono venuto in questa vita terrena? Ed egli si è dato la risposta traendola da quanto ora ho descritto, cioè dalla saggezza giacente nei muscoli, nei nervi e nel sangue; se la è data a modo suo, ma in quel modo che divora, consuma, brucia l’uomo! Egli si chiese: perché del mondo spirituale-animico dove ero prima, io vengo attrattoverso la vita terrena?
E non trovò altra risposta che questa: perché fui un vile, perché non volevo restarmene solo nel mondo spirituale, e quindi cercai di riallacciarmi ad altri uomini.. mi mancò il coraggio di restar solo e cercai protezione nel seno materno. Queste per Wininger erano risposte assolutamente leali. Perché, egli si chiedeva, non abbiamo noi alcun ricordo di ciò che decorse prima della nascita? Dice egli testualmente: Siamo caduti talmente in basso da perdere la coscienza. Se l’uomo nascendo non avesse perduto sé stesso, non gli toccherebbe ora cercare e ritrovare sé medesimo. Sono queste delle manifestazioni tipiche che oggi si danno ancora sporadicamente coloro che durante la loro giovinezza attingono dal sangue, dai nervi, dai muscoli ciò che nel processo umano complessivo può divenire salutare soltanto se depurato, armonizzato, mediante i doni della Scienza dello Spirito.
Ma per giungere a tanto occorre che la vita umana in generale porti le proprie méte verso l’alto, occorre fare argine alla banalità. L’imprigionarsi dell’uomo in una cerchia angusta di interessi è cosa che va combattuta addirittura in modo sistematico. Certi problemi debbono assumere tutt’altra forma da quella che hanno fino ai giorni nostri. Lo stesso sviluppo religioso degli ultimi secoli, in che modo ha esso mai organizzato il problema che ancora lievemente ricongiunge gli uomini allo spirituale? Un uomo d’oggi materialisticamente colto, geniale, altolocato in una data cerchia6, ebbe a dirmi un giorno: Se si con fronta lo Stato con la Chiesa, si arriva al parere che ancora ancora la Chiesa se la cavi più facilmente che non lo Stato.
Io non voglio pronunciarmi sul valore di un tale giudizio, ma costui intendeva dire che la Chiesa ha un compito più facile che non lo Stato, perché lo Stato amministra la vita; la Chiesa amministra la morte; e della morte infine la gente ha più paura che non della vita! Perciò alla Chiesa tocca un compito più facile. Costui naturalmente se la rideva di tutto questo, era un materialista finito! Ma anche su questo punto navighiamo davvero in pieno egoismo. In fondo l’uomo d’oggi chiede: Che ne avviene della mia vita animica e spirituale appena io abbia varcato la porta della morte? E in questa domanda stanno molti impulsi egoistici! Il problema dell’immortalità assumerebbe tutt’altro aspetto e in avvenire non si chiederebbe solo: In che modo la vita spirituale dopo la morte è essa un proseguimento della vita qui sulla Terra? Ma piuttosto: In che modo la vita qui sulla Terra è un proseguimento della vita passata prima nel mondo spirituale? Allora si potrà contemplare cosa che assomiglia a quanto segue. Vedete, allorché l’uomo varca le porte della morte, nel primo tempo è fortemente sviluppato in lui la rappresentazione immaginativa, un ampio mondo di immagini gli si svolge davanti, vorrei quasi chiamarlo un dipanarsi di un mondo di Immagini. Il secondo terzo della vita fra la morte e la rinascita si ricolma prevalentemente di Ispirazioni: le ispirazioni sorgono nella vita umana appunto in questo periodo; poi le Intuizioni nell’ultimo terzo.
Ora, le Intuizioni consistono nel fatto che l’uomo si traspone col proprio Sé, con la sua parte animica, in altre Entità, e la fine poi di tali Intuizioni consiste nel trasferirsi dell’uomo entro a un corpo fisico. Questo trasferirsi nel corpo fisico mediante la nascita, è solo il proseguimento della vita soprattutto intuitiva dell’ultimo terzo fra morte e rinascita. E allorché l’uomo si trasferisce e scende nel fisico, nel bambino, deve esservi quella speciale caratteristica di trasposizione nella vita d’altri: il bambino è costretto a fare ciò che fanno gli altri, non quello che proviene da lui, ma deve ripetere, imitando, ciò che altri fanno.
Perché, trattando dell’educazione del bambino dal punto di vista della Scienza dello Spirito7, dissi che i bambini nei primi sette anni sono prevalentemente degli imitatori? Perché l’imitazione, perché il trasferirsi negli altri, è la continuazione del mondo intuitivo che esiste nell’ultimo terzo della vita fra morte e rinascita. Se si contempla in modo pieno di senno la vita del bambino, si vede in essa scorrere ed erompere la luce della vita tra morte e rinascita. Il problema dell’immortalità dovrà venir collocato sulla base seguente: In che maniera la vita qua sulla Terra è un proseguimento della vita animico spirituale? Allora si imparerà altresì a considerare sulla Terra la vita rivestita di speciale valore, ma in luce egoistica.
Allora ci si atterrà prevalentemente al sentimento della responsabilità fondata nel dire a sé stessi: Io debbo proseguire ciò che mi è imposto mediante il fatto che ho recato meco qualcosa, quale eredità, dal dominio dello spiritualeanimico. Ciò verrà a significare un rivolgimento enorme nella concezione degli uomini, allorché essi parleranno dell’altro punto di vista. Poiché ciò che l’anima sperimenta fra la morte e la rinascita, codesta cerchia spirituale vastissima che sperimentiamo in Immaginazioni, Ispirazioni, Intuizioni, è là il di qua; e ciò che sperimentiamo qui sulla Terra è là l’al di là. Voler comprendere questo al di là, volerlo valutare, diventerà parte del problema nuovamente posto sull’immortalità, e interferirà nello sviluppo spirituale del genere umano meno egoisticamente di quel che spesso questo problema non abbia interferito nello sviluppo religioso dei millenni passati. Volli descrivervi queste cose per mostrarvi come l’umanità deve uscir fuori dalla banalità, per mostrarvi in che modo appunto non si è dei filistei, allorché si è capaci di uscire dai propri interessi più angusti, e di interessarsi anche al fatto che qui sulla Terra facciamo in una giornata 25920 respiri che corrispondono al numero di giorni compresi in una vita terrena e fa riscontro inoltre al tempo che il Sole impiega mentre compie la propria cerchia nell’elissi cosmica.
Sì, ampliare i propri interessi sorpassando quello che determinò l’oblio di una certa corrente nella vita culturale germanica. Ampliare i nostri interessi volgendoci a quello che si configura spiritualmente su tutta la Terra, a quello che conferisce il la allo sviluppo spirituale dell’Oriente, del Centro, dell’Occidente; considerando come lo svolgimento culturale asiatico dipenda da una corrente orientale che venne a decadere in Occidente, come la corrente centrale, che prima dipese dal Sud, in avvenire dipenderà dal Nord.
Siffatte cose ci conducono sul vasto campo dell’evoluzione dell’Umanità, trionfano del filisteismo, conferiscono al sentimento la posizione giusta entro la complessa evoluzione, e ci insegnano a partecipare con schietto sentire a tutto quanto vive come impulsi in seno all’Umanità. E il Volere? Anche qui la volontà negli impulsi materialistici si sviluppa entro una norma ben definita, ossia in modo da rendere gli uomini sempre più maldestri, più inabili e ciò in un classico vasto significato. A che cosa è mai buono l’uomo d’oggi? Possiede abilità limitate al massimo, colui che fu addestrato solo dalla ristretta cerchia della sua professione! Ah, scende nelle membra quello che di concetti, di sentimenti, di impulsi ci trasmette la Scienza dello Spirito! Chi penetra in lei, chi la vive, diviene 16 abile, si adatta al mondo ambiente, talvolta impara durante il corso della sua vita cose di cui, quando egli era ancora bambino, lo si trovava mancante di qualsiasi attitudine.
La Scienza dello Spirito se giustamente afferrata, conferirà all’uomo altresì l’abilità manuale, la gente oggi è maldestra fin nelle cose minime. Si vengono a conoscere persone sgomente davanti alla manipolazione più meschina, certi signori che non sono buoni neppure a riattaccarsi un bottone scucito, men che meno abili a altre inezie. Ma è questo che importa! Che gli uomini diventino ancora versatili, multiformi, che sappiano conformarsi all’ambiente, che si superi questo trincerarsi nella cerchia più angusta e si superi la mancanza di abilità nei confronti del mondo! Per quanto suoni strano, ecco il triplice compito che incombe all’umanità nell’ora presente e nell’avvenire più prossimo, riguardo al Pensare, Sentire, Volere: che venga superata la stupidaggine e prenda piede poi un’agile inserire sé stessi nelle circostanze del mondo, che si vinca il filisteismo e i cuori siano conquistati da vasti, generosi interessi, si vinca la goffaggine e gli uomini diventino abili e all’abilità si educhino sui campi più molteplici della vita.
Comprendere il mondo sui campi più molteplici della vita! Mentre oggi si fa proprio il contrario, si naviga incontro alla banalità, alle ristrettezze di vedute. Ecco le conseguenze immancabili del pensare materialistico! Ammetto che ognuno non possa imparare, se si rompe una gamba, a rimetterla a posto da sé, ma ciò che importa sta nel saper tener testa con abile intendimento alle contingenze più diverse che si presentano nella vita. Il sorgere e l’affermarsi di questa epoca moderna non ci mostrò forse all’evidenza che piega avrebbero preso le cose? Chi si è guardato in giro ad occhi aperti, interrogando i fenomeni dell’ora in questi ultimi decenni, vide in modo lampante che il senso vero e proprio per cui lo sviluppare concezioni di vita, fare oggetto di studio gli impulsi universali, era sveglio unicamente presso coloro cui animava insieme la volontà di sviluppare interessi di concezione mondiale puramente materialistica: ossia sul campo del Socialismo.
In fondo solo là dove si volle riformare il mondo sulla norma del Socialismo, sono stati contemplati problemi di concezione universale. Non appena ci si sollevava fuori dalle ondate materialistiche, ecco, si trovava la mancanza di interessi, si trovavano al massimo interessi angusti di fazioni avvinghiate alle tradizioni; oppure se mai si credeva di afferrare alcunché di nuovo, erano parole astratte, antesignane del Wilsonismo, quale impostò i cosiddetti partiti liberali, specie nella seconda metà del secolo decimonono.
Ma una volontà tesa a penetrare negli impulsi spirituali del mondo, così come voleva penetrare il Socialismo in quelli materiali, una volontà siffatta non c’era in alto, dove in complesso cominciava la borghesia (a parte s’intende delle 17 eccezioni); e s’intende che i presenti sono sempre esclusi tutti quanti, come impone la cortesia; in alto c’era invece l’ottusità, l’apatia. Ebbene, porsi di fronte a tali manifestazioni e altresì rispondervi come oggi tentammo di rispondervi, in fondo è tutt’uno poiché grandi cose si riallacciano. Vediamo nell’Oriente di Europa prepararsi qualcosa a cui l’Europa di oggi reca incontro ben poca comprensione.
Noi abbiamo spesso additato i germi di sviluppo di questo Oriente Europeo. Si tratta del fatto che questo Oriente Europeo vuole – e lo esprimerò oggi in una forma speciale – esso vuole imparare a comprendere che la vita, in tutto il suo assieme, ha un senso, ha un significato! E quando verrà avanti l’epoca di cultura post-atlantica, allora l’Oriente Europeo dovrà mostrare nell’evoluzione terrestre che l’intera vita umana ha un senso e che non si deve tener per vero solo ciò che a scuola ci fu inculcato come attraverso un imbuto.
Dovrà mostrare che l’uomo subisce uno sviluppo fino alla sua morte, che ciascun anno reca del nuovo e del nuovo ancora, e che quando si varca la porta della morte si continua a essere in connessione con ciò che è terreno e si porta seco la saggezza anche dopo la morte. A che mirava propriamente quell’elemento d’anima che fu chiamato Russo fino a poco fa, e che ora sfocia in un caos, ma che troverà col tempo la propria strada nello sviluppo culturale d’Europa e quindi dell’umanità intera? Che cosa vuole mai questo elemento che proviene dall’Est? Esso vuole che spunti la comprensione del fatto che la vita umana intera è compresa in uno sviluppo, e che l’attimo della morte è di questo sviluppo un momento di spiccata importanza. Finché questo principio, che deve già pur trovare nel Centro Europa accoliti e seguaci (e che li troverà attraverso alle premesse ora esposte), finché questo principio non sia riconosciuto, si crederà sempre che più giovani si è, tanto più ci è dato di possedere un proprio punto di vista.
Gli sbarbatelli e le signorinelle, si sa, hanno oggi il loro punto di vista ben fisso e determinato, in fondo non hanno nulla in loro di quel grande ansito di attesa, di speranza che ogni anno possa svelare nuovi segreti e che possa svelarci nuovi arcani l’attimo della morte. L’Oriente d’Europa sviluppa delle anime le quali ancora oggi, nel subcosciente, nutrono appunto la comprensione che l’uomo giunge al sommo della saggezza e possa portare il giudizio più valido sulle circostanze terrene e umane, proprio allorché muore.
E da queste anime, le quali oggi vivono in Oriente, si formeranno quelle che si informeranno sulle cose che riguardano gli uomini, non più presso i giovani saputelli o presso i Parlamenti, ma se ne informeranno dai defunti e impareranno a stabilire il loro rapporto coi morti, a renderlo nuovamente fruttuoso qui, per lo sviluppo della Terra. In avvenire si chiederà: Che dicono su di ciò i mor- 18 ti? E si troveranno le vie spirituali se mediante la Scienza dello Spirito, ci si approfondirà a tal punto da interrogare, non solo i viventi, ma i defunti, quando si tratterà di decidere qui sulla Terra, intorno alle grandi questioni che concernono gli uomini. Eccovi quello che è voluto dall’Oriente.
E mai avvenne uno scontro peggiore di quello che oggi ha luogo nell’Oriente, poiché quello che costituisce l’anima dell’Oriente Europeo è esattamente il contrario di quanto il Trotzkismo e il Leninismo oggi vi ha soprapposto da parte del più puro materialismo del presente. Mai, durante l’evoluzione del genere umano, cozzarono fra loro due cose talmente contrarie come il germe spirituale dell’Oriente e il Leninismo materialista, questa caricatura, questa infame caricatura dell’umano progresso culturale!
E questo l’avvenire insegnerà a riconoscerlo, esso che è destituito di senso e comprensione per la spiritualità vera, ma che tanto bene si comprende attingendo al fulcro principale che regge l’ora presente! Eccovi, miei cari amici, quanto in riassunto intendevo dirvi di queste cose che debbono accendere l’interesse dei nostri cuori.
Occorre conquistarsene la comprensione, non bisogna rimanere ottusi davanti a ciò che si svolge nelle anime secondo una interpretazione più profonda. E ciò volevo oggi in questa nostra riunione porre nelle nostre anime e nei nostri cuori.