(da oo 174a – 11a conferenza) Conferenze per Membri secondo uno stenogramma non riveduto dall’autore. Edito da Marie Steiner.
Traduzione di Luisa Fliess. Monaco, 2 maggio 1918
Miei cari amici! Oggi nel primo giorno delle nostre riunioni di Gruppo, in conformità alle condizioni del nostro tempo, vogliamo forse iniziare una trattazione relativa a quella luce che i nostri sforzi scientifico-spirituali possono gettare su molte cose che si presentano oggi interrogando l’uomo e che almeno dovrebbero mettergli davanti infiniti compiti: compiti imposti eminentemente dallo spirito del tempo e che dal modo con cui ogni singola persona li abbraccia, molto potrebbe dipendere per il destino dell’umanità.
Prendiamo le mosse da cosa che può bene esserci vicina. Avrete certo osservato che già da qualche tempo è subentrato di fronte alla Scienza dello Spirito orientata antroposoficamente un cambiamento in un certo senso, nell’atteggiamento del mondo esteriore: cambiamento per cui, qua e là, con inimicizia crescente, si guarda verso la stessa. Solo chi è incapace di valutare in senso giusto la storia dei Movimenti spirituali può restare sorpreso che sia sopravvenuto un siffatto cambiamento, ma esso si verrà viepiù intensificando.
Finché un simile movimento resta in complesso limitato ad una cerchia ristretta, finché si comporta in modo che qua e là nelle diverse città si adunino alcune persone per dedicarsi appartati a questo o a quello, siffatti movimenti dediti ad una ascesa vengono considerati con una certa benevola indulgenza, la quale è indubbio che qua e là si converte anche in tutt’altra cosa, ma che tuttavia si ferma all’opinione: non occorre proprio occuparci seriamente di tali movimenti che spariranno quanto prima.
Per molti anni tale fu l’atteggiamento del mondo esterno verso il nostro movimento e quello che si affermò come inimicizia era cosa più o meno sporadica in mezzo all’atteggiamento generale del pubblico. Le cose si mutarono un poco dopo che si cercò di spogliarsi del carattere di setta che alcuni infiltravano nelle file stesse della nostra Società, imponendosi invece il tentativo energico di superare tutte le inimicizie e gli impedimenti, incontrandosi con ciò che oggi incalza nella civiltà generale del presente.
Non sarà più sufficiente il semplice tener circolo facendo lettura di conferenze e simili, diverrà indispensabile venire a spiegazione con quello che qua o là è desiderato, riallacciarsi a mete e ad altri intendimenti propugnati, onde trovare mediante il rapporto scambievole col mondo esteriore, ciò che deve venire scoperto ed elargito al presente dalla Scienza Spirituale antroposoficamente orientata. E questo sarà per noi compito importantissimo che ci porterà a spiegare la mobilità necessaria dello Spirito per uscir fuori dalla cerchia comoda abituale.
Ciò è necessario, cari amici, ma questa necessità non viene riconosciuta dappertutto, e questo porta direttamente a chiederci: Come potrà in avvenire l’uno o l’altro impulso del nostro movimento spirituale venire a spiegazione con quanto è tradizionale, antico, oppure che sta per sorgere convinto di essere cosa nuova? Come si spiegherà ciò che ci viene detto attraverso simili movimenti? Come andrà conformandosi tutto ciò? Ebbene, malgrado consensi avuti qua e là da parti diverse, l’opposizione si intensificherà viepiù, specie da parte di singoli rappresentanti di concezioni mondiali religiose, confessionali.
Questi rappresentanti confessionali, religiosi, di concezioni mondiali dalle cui file usciranno indubbiamente dei fautori esemplari del nostro movimento, tuttavia nella maggioranza rileveranno sempre di nuovo ciò che riuscirà loro di spigolare dal patrimonio ereditato dalle loro concezioni, e nella gran massa degli uomini d’oggi (i quali credono nell’autorità ma cadono in balia di qualsiasi autorità) troveranno vasto consenso. Sarà assai difficile fare accettare il patrimonio scientifico spirituale dove sia da superare una data disposizione d’animo, e questa consiste in una certa maniera estremamente comodo con cui le anime si sono venute abituando a trovare il proprio rapporto col mondo spirituale.
Quanta gente c’è oggi che solitamente dice: Oibò, càpitano questi investigatori spirituali che delle superiori gerarchie costruiscono tutto un mondo come fatto a ripiani! Si dovrebbe per giungere a una spiritualità suprema, a una suprema Divinità, attraversare prima le gerarchie degli Angeli, poi quelle degli Arcangeli ecc. Trovano tutto ciò assai scarso di intelligenza per aderirvi, ed essi ci espongono il loro semplice rapporto ingenuo mediante il quale una intensa esperienza intima dell’anima può arrivare a Dio o anche al Cristo e simili.
E’ proprio questo che oggi possiamo sentir dire e ripetere mille volte dai ben pensanti: l’immediata esperienza del supremo elemento divino! Ma perché mai l’uomo dovrebbe abbisognare di tante mediazioni gerarchiche onde raggiungere una conoscenza spirituale? Nella sua esperienza semplice e ingenua, egli può ben trovare l’unione con la Somma Divinità! Ma qui dovremmo chiedere: Che cosa avviene mai nelle anime di coloro i quali, muniti veramente di una certa lealtà, anche se al- quanto comoda, caratterizzano il loro sforzo col dire che parlano del Divino da essi sperimentato? Ci sono pure degli uomini che hanno sperimentato assolutamente un tale rivolgimento nella loro vita animica, grazie al quale tutto appare loro diverso da prima, e lo chiamano il Divino, lo Spirituale! Poco importa se gli uni lo chiamano evangelizzazione, altri in modo diverso.
E’ la ferma convinzione che questi uomini abbiano trovato un accesso all’elemento divino supremo, in modo infantile, ingenuo. Molti si figurano che sia cosa semplicissima sperimentare il Cristo nel loro intimo. Ma cosa sperimentano essi davvero? Ebbene, cari amici, io parto dal presupposto che le esperienze di cui qui si parla siano genuine e leali, che questa gente sperimenti davvero qualcosa, che essi abbiano davvero subìto un rivolgimento nella loro vita animica, parto da una convinzione del tutto leale, parto da una certa spregiudicatezza di fronte alle direttive della fede confessionale, tradizionale.
Ciò che costoro sperimentano è tutt’al più la spiritualità più prossima che è dato all’uomo di sperimentare. E che cosa è questa spiritualità più prossima? Questa spiritualità più prossima è quell’Essere appartenente alla Gerarchia degli Angeli che è dato a ogni uomo per sua guida e che, indubbiamente, si può battezzare a piacimento: Cristo o l’Iddio Supremo, come vogliamo! Quello che conta non è già il nome che noi gli diamo, bensì importa che cosa sia ciò che si avvicina alla nostra anima, allorché abbiamo una esperienza genuina, reale.
E’ l’Angelo, soltanto che questo Angelo lo guardiamo come l’Iddio supremo. Ce la prendiamo troppo comoda invece di andare più avanti incontro ad altro.. e l’esperienza più prossima la indichiamo quale il nostro Dio e vi costruiamo sopra.. ebbene, che cosa costruiamo in verità? La religione la più egoista che mai si possa costruire! Il fatto che tutti gli uomini se la intendano, mentre denominano univocamente la cosa, non è ciò che importa, poiché, dato che gli uomini non vogliono sperimentare null’altro che il già indicato Dio, determina appunto che ciascuno sperimenta solo il proprio Angelo. Ognuno adora soltanto il proprio Angelo.
E per quanto numerosi siano i predicatori che parlano del Dio unico, del Dio apparentemente monoteistico, in realtà essi non parlano se non di quei milioni di Angeli che gli uomini adorano e a cui danno il medesimo nome, trascinando così gli uomini nella confusione che questi milioni di Esseri siano un Essere solo. Eccovi la realtà, e ciò vi indica insieme l’illusione nella quale si cade volendosi unire in tal modo con il Dio egoico. Ah sì, miei cari amici, vorrei dire che già un contrassegno esteriore c’è per quello che ho detto ora.
Provate a rifugiarvi nei dotti espedienti cui si può anche ricorrere in siffatte occasioni, e potrete sperimentare qualcosa di sorprendente, ossia quanto segue: Consultate a questo proposito i dati della massima considera- zione e cercate di procacciarvi una conoscenza sull’origine di una parola molto comune, e a proposito della quale tutti gli eruditi nel campo della favella germanica vi diranno che la sua origine è imperscrutabile. La parola è Iddio e il suo aggettivo Divino. Prendete il vocabolario tedesco: la voce Spirito vi è anche essa spiegata in modo ben poco soddisfacente, ma tuttavia appaga un po’ di più della parola Dio.
Qui si arriva soltanto a sapere che non si sa donde provenga il vocabolo Dio. Indubbiamente ci sono delle ipotesi di ogni specie, però non si sa donde provenga il vocabolo Dio. Di fronte a un risultato così erudito potremo forse ancora ritrarci dall’affermare che numerose persone le quali parlano di Dio e del Divino, non sanno affatto di che cosa parlano? E’ del tutto ovvio, perché si valgono appunto di una parola di origine ignota, per applicarla a un che sia.. e lì per lì la usano volentieri. Ma le cose stanno ben più sere di quanto piacerebbe confessare e si ignora fino a che segno noi viviamo di frasi, e come siamo felici di poter vivere di frasi.
Questo è un punto. Ma un altro ancora potremo scoprire. Se ci lanciamo nell’indagine di ciò che gli uomini sperimentano allorché oggi parlano del loro Dio, persino al di là di quel loro Dio che sperimentano nel proprio intimo (chiamino poi esperienza mistica o teosofica ciò che chiamano loro Dio), oh quante infinite volte facciamo allora l’esperienza, specie in campo teosofico, di sentirci dire dalla gente: quello che conta è solo di sperimentare Dio nell’intimo nostro.
E con che cosa, a guardar bene, noi diventiamo uno in tale caso? Se esaminiamo l’oggetto con cui l’uomo si fonde in uno senza riconoscerlo, non è altro che l’anima sua propria, quale era prima di entrare nella vita fisica mediante la concezione e poi la nascita; non è altro che il modo in cui viveva quest’anima fra l’ultima morte e la nascita attuale. L’uomo che oggi voglia pur anche essere sinceramente religioso: o rivolge le sue preghiere al proprio Angelo o al proprio Io, quale esso era prima della nascita o della concezione; egli lo chiama il proprio Dio e gli da il nome di origine ignota, ma ciò che sente affiorante in un crepuscolo dall’incosciente, non è altri che lui medesimo. Per colui che attraverso i veli riconosce il vero, accade il seguente fatto curioso: che mentre dai pulpiti si predica ovunque sulla predestinazione.. e questa non è ammissibile senza le vite umane ripetute.. viene in verità parlato di queste vite terrene, ossia del proprio Sé, il quale le attraversa, ma in pari tempo viene negato il fatto di queste vite terrene che si ripetono.
In verità di nulla si parla di quanto l’Antroposofia vuole portare alla conoscenza cosciente degli uomini. Orbene, gli uomini trovano che è necessario di dare alla cosa un nome di origine ignota. Essi parlano propriamente del fatto che, in modo crepuscolare, un qualcosa albeggia dall’incosciente, che si può sperimentare nella esperienza mistica, e la chiamano: lo stare assieme dell’uomo con Dio. In verità è lo stare assieme dell’uomo con sé stesso, col proprio Io, quale esso era prima della nascita.
Se si chiama Dio e si pretende dagli uomini che lo adorino, si pretende che adorino sé stessi. L’idolatria esercitata su sé medesimi, ecco quello che oggi spesso si esalta quale religione. E oggi si impone di dirlo, poiché addita tutta la vera serietà del momento. In pari tempo è però cosa scomoda perché mette in rilievo la menzogna enorme e profonda che satura la nostra vita. A tale menzogna della vita fu massimo tramite quel atto che già sapete: ossia che nell’ottavo Concilio Ecumenico generale di Costantinopoli, nell’anno 869, lo Spirito venne abrogato.
Ho menzionato che la gente filosofica, spregiudicata, che parte dalla cosiddetta scienza libera di presupposti, oggi ragiona del fatto che l’uomo costa di corpo e anima, mentre la verità è che egli consta di corpo, anima e spirito. Ma con l’anno 869 fu proibito di parlare dello Spirito. E’ noto che i filosofi cristiani del Medio Evo nulla evitarono maggiormente che di parlare della cosiddetta Tricotomia. Non appena però fu lasciata da parte la Tricotomia, dalla quale aveva preso le mosse Dionisio l’Aeropagita, ossia si prese congedo dall’antica Gnosi (la quale oggi deve presentarsi a noi in tutt’altra forma, ma che a suo tempo fu cosa sublime) non appena se ne prese congedo adattandosi alle comodità dell’intelletto, si fu insieme condannati a parlare gradatamente di cosa che conduce l’anima veramente verso una tremenda menzogna di vita.
Nessun miracolo quindi che la Scienza dello Spirito, essendo costretta a dire in proposito la Verità, risvegli oggi delle inimicizie. Molto spesso accade che oggi non si presti orecchio attento e comprensivo a ciò che gli uomini in realtà si studiano di portare ad espressione nel loro intimo, mentre davvero per buona parte essi hanno disimparato completamente ad ascoltare con l’orecchio dell’anima. Questo fatto viene a galla talvolta con degli esempi grotteschi.
Alla gente non preme più quello che in realtà viene detto, ma vogliono dire quello che loro sono, non importa che calzi o che non calzi affatto. Né questo è un fenomeno isolato, è tipico, accade ovunque, a ogni piè sospinto. Potrei citarvi esempi non a centinaia, ma a migliaia. Così avviene nel campo letterario, e così avviene altresì nel vasto quadro mondiale.
Ma in relazione a cose siffatte, a siffatta disposizione d’animo del presente, si riallaccia intimamente quanto in genere dà l’impulso al presente, che il presente persegue, e che in conclusione ha condotto il presente a una simile catastrofe. Bisogna sempre e sempre indicarlo di nuovo! C’è pure oggi ancora chi si sente spinto a parlar di amore del prossimo, a rilevare che è necessario trasporsi amorevolmente nel sentimento altrui, cercando di comprenderlo! Ma, in realtà tutto questo non esiste più perché in verità la disposizione d’animo fondamentale è quella che si esprime in Fritz Mauthner nell’a voi ben noto caso Boll, in cui questi inveisce pazzamente contro un tale che è perfettamente in tutto d’accordo con lui.
In queste cose si esprime tipicamente il carattere di quanto oggi occorre osservare chiaramente e con occhio penetrante. Solo se abbiamo la volontà di penetrare in tali cose e comprenderle, troveremo il punto confacente onde oggi progredire a norma dell’evoluzione dell’umanità, in qualsiasi luogo ci abbia situati il nostro karma. Soprattutto sarà necessario oggi riconoscere quanto segue: Bisognerà realmente contemplare che cosa si è venuto sviluppando nell’uomo dalla ultima sua morte fino alla sua nascita attuale. Non si potrà continuare ad illudersi col dare il nome di Dio a ciò che propriamente troviamo in noi come nostro Io reale, cullandoci in una ebbrezza d’auto-divinizzazione, di adorazione di noi stessi! Non potremo più lasciarci andare a tali illusioni, ma occorrerà volgere lo sguardo su quanto, retaggio dei mondi dello Spirito, ognuno reca con sé attraverso la nascita, nella propria esistenza fisica.
Ma dove sta questo retaggio? Eh sì, miei cari amici, tutti lo portiamo in noi, portiamo in seno all’esistenza fisica, attraverso la nostra nascita, un patrimonio incommensurabile di Saggezza e Spirito. E dove mai sta nascosto? Tutti noi nascendo siamo talmente saggi che quasi non è da credere quanto lo siamo! La saggezza è magicamente occultata da un lato nel nostro corpo fisico e nelle sue attitudini con le quali essa si è unita; dall’altro lato sta racchiusa nel nostro destino. Da questo nostro destino vuole venire liberata, esplicata.
Nel ciclo attuale dei tempi attraversati dall’umanità, agisce il fatto che questo retaggio deve essere redento dalla libera attività dell’uomo, deve essere portato a galla come superiore conoscenza di ciò che giace stregato, oso dire, in noi e nel nostro destino. Se ci rendiamo conto che l’uomo d’oggi vive diversamente da quello di precedenti periodi di cultura, possiamo conseguire una certa chiarezza anche in cose siffatte. Voglio rammentarvi qualcosa di cui abbiamo già parlato anche qui1. Ho ricordato che nel primo periodo di cultura dell’epoca postatlantica, l’uomo viveva in modo differente da oggi: egli viveva, anima e spirito con quello che corporalmente si svolgeva in lui.
Così come noi oggi da fanciulli sperimentiamo anche animicamente la maturità sessuale, così l’uomo del primo periodo di cultura post-atlantica sperimentava fino a circa 50 anni in modo simile il proprio divenire corporeo. Seguì il tempo in cui tutto questo si sperimentava soltanto fin verso i 40 anni, poi soltanto fino ai 30. Noi oggi lo sperimentiamo soltanto fin verso i 20 anni. Fino ai 20 anni l’uomo sperimenta oggi quello che corporalmente avviene in lui, poi in certo qual modo egli si emancipa. Egli non può più sperimentare di per sé quello che vive nella curva discendente della vita: deve sperimentarlo pel fatto di lasciarsi stimolare animicamente dallo Spirito. La Scienza dello Spirito deve dare l’impulso onde redimere ciò che giace stregato magicamente nel nostro corpo e nel nostro destino.
A tanto la nostra educazione attuale non si è ancora avvicinata e men che meno arrivata. Sarà necessario convincersi che va posto nell’uomo, durante la sua prima giovinezza, un impulso per cui l’uomo impari ad invecchiare. Gli uomini d’oggi non sanno invecchiare, tutt’al più lo capiscono dall’incanutire dei capelli, oppure, specie oggi, dalla precoce calvizie o da simili segni dell’età che si subiscono, ma non c’è quello che deve esserci negli uomini: ossia l’aspettativa, l’aspettativa piena di speranza nell’andare incontro ad ogni anno nuovo con la certezza che invecchiando, anno per anno, si sperimenta qualcosa che non è possibile sperimentare prima di allora.
Ogni anno ci arreca qualcosa di nuovo, ogni anno porta una rivelazione nuova, se solo ce ne sappiamo valere! Certamente occorre che nell’uomo vi sia quella disposizione dell’anima che è capace di dire a se stessi: Ora compio i 20 anni, l’uomo che ne ha 30, che ne ha 40 ha sperimentato ciò che io oggi non posso ancora sperimentare, io debbo aspettare, poi questo mi si rivelerà. Vogliate considerare con piena serietà e da ogni lato cosa significherebbe davvero se l’educazione mirasse a far sì che l’avvicinarsi a noi delle varie fasi della nostra vita, ci suscitasse una attesa tutta piena di speranza. Oggi invece favorisce, coltiva, la disposizione d’anima assolutamente antitetica.
La gente vuole venire eletta al Parlamento dello Stato e a altri Parlamenti nell’età giovanile più precoce, poiché credono di essere già forniti di ogni cosa, di saper tutto ancora giovanissimi. Che c’è oggi di più frequente che il sentir dire in ogni occasione dai giovani saputelli: Questo è il mio punto di vista! Già ai primi albori della giovinezza ognuno ha il proprio punto di vista. E’ perfettamente ignota agli uomini la speranza viva e piena di attesa che la vita occulti loro dei segreti i quali si riveleranno man mano.
Ma importerebbe moltissimo che ciò si facesse strada nella nostra pratica educativa! Sorgerebbe allora la volontà di redimere quello che giace, quasi direi stregato entro al corpo e al nostro destino. Indubbiamente se vorremo chiarirci su tali problemi, bisognerà vedere in una luce tutta speciale la nostra civiltà, quale si è venuta svolgendo man mano. Occorrerà chiedersi come troveremo davvero il punto di vista confacente, onde redimere via via ciò che giace magicamente stregato in noi. Non è più comodo lasciare il compito laggiù alla carne, ai nervi e al sangue? Là vi può ben dormire, finché si muore e si entra in una esistenza differente, si lascia ai nervi, ai muscoli, al destino ciò che è magicamente stregato in essi! Perché mai lo si dovrebbe liberare, redimere? Perché bisogna, lo si deve redimere per la ragione che lo Spirito, sulle sue vie, sottostà a leggi ben definite.
Ciò che, quale retaggio dei mondi spirituali, ci fu dato e affidato, vuole uscire fuori, vuole essere liberato dalla sua prigionia. E questo succede se è accolto nella coscienza. Ciò che giace nel corpo e nel nostro destino vuole salire alla nostra consapevolezza, ha il suo vero e giusto baluardo nella nostra coscienza. Nella coscienza, nella consapevolezza, deve vivere e non già solamente come stregato nel nostro sistema nervoso e sanguigno, nei muscoli e nelle ossa.
Poiché, se rimane relegato nei nervi, nei muscoli, nelle ossa, o in un destino fluttuante, semplicemente subìto, allora questo elemento spirituale si converte in altri, in forze malvagie. Il suo destino è di essere portato dalla coscienza entro la vita, se invece al di fuori della coscienza rimane unito con l’uomo, si trasforma in forze luciferiche e arimaniche e a poco a poco viene consegnato ad Arimane e Lucifero. Fatto sta che per un lungo tempo nell’evoluzione della nostra civiltà occidentale, si è calcolato sulle forze luciferiche, e che ora ci si va disponendo mediante una corrente di cultura che gode di spiccata considerazione, di far conto su forze arimaniche, di continuare a vivere uniti con esse.
Si vuole che l’uomo si ponga ben bene nell’ambito della vita, che trovi nella vita il suo posto, e lo si educa con questa norma. Determinati impulsi, determinati sentimenti e sensazioni vengono coltivate in lui. Quali impulsi e sentimenti vennero prevalentemente adottati? Guardatevi in giro nel mondo.. è cosa che ora è già nel decrescere, presto significherà ben poco, ma per secoli significò e importò molto, moltissimo: decorazioni, distintivi, titoli, gradi accademici. Ma che cosa sta nascosto dietro tutto ciò? Sentimenti, sensazioni che ci portano a far fiorire nell’umanità istinti e brame luciferiche.
Riflettete un poco quanto di luciferico è stato allevato, favorito nell’indole umana, onde collocare gli uomini, mediante queste vie traverse, luciferiche, in quella posizione entro la quale si voleva appunto collocarli. Fu questo il periodo luciferico che sta decrescendo. Quando si parla di impulsi culturali luciferici veri e propri si parla di una marea ormai più bassa. Viceversa, gli impulsi arimanici avanzano minacciosi. Valga un esempio fra molti. Imperversa presentemente la.. come si chiama? la foresta dei sapientoni germanici e d’altri paesi (beh, parlando di giornali si parla di una foresta di foglie o simili!).
La glorificazione di una cosa da cui ci si ripromette molto ma molto per la cultura dell’umanità avvenire, è quello che si chiama Esame delle facoltà umane. Nella foresta dei dotti sono saltate fuori ultimamente delle piante tutte speciali: certi psicologi, certi conoscitori dell’anima che si dedicano alla Psicologia sperimentale, che fanno certi esperimenti sull’uomo per investigare l’elemento animico. Orbene, recentemente costoro si sono buttati addosso anche ai giovani. Dato che propriamente non se ne viene più a capo con l’antico sistema degli esami, e l’ordine sociale antico, ecco che ci si butta sui giovani e si esaminano le loro attitudini affinché si ponga l’uomo adatto al posto adatto.
Si capisce che la ricerca deve iniziarsi già dal bambino. Prima di tutto viene esaminata la facoltà ricettiva col porre in moto esperimenti svariati. Per esempio: quanto tempo impiega un fanciullo a indovinare questo o quello; roba confusa cui deve dare un senso; poi si esamina l’intelligenza, si esamina la memoria. L’intelligenza col fatto di sottoporre al fanciullo due parole che abbiano fra loro il minor rapporto possibile (per esempio specchio e ladro) che egli deve poi collegare sensatamente.
Quindi si induce una parte dei giovanetti dei quali si vuole saggiare l’intelligenza, a dire che cosa essi porrebbero in mezzo a questi due vocaboli. Uno inserisce: Anche un ladro, guardandosi allo specchio, può guardare sé stesso. Ebbene, questo fanciullo lo si considera come il meno intelligente. Un altro escogita la frase: Colui che il ladro si propone di derubare o magari di uccidere, ha uno specchio, e accade che egli vede da lontano il ladro e riesce a salvarsi. Ecco che il secondo è un giovane di maggior intelligenza. Ma sì, ci sono ora dei periodici in cui si legge la descrizione di questi metodi raccapriccianti per vagliare l’intelligenza: vengono presentati e analizzati come una conquista notevole del presente.
In questa guisa la memoria, l’intelligenza vengono scrutati, esaminati. E poi si procede statisticamente. Al fanciullo che abbia narrato con più particolari ciò che per esempio può svolgersi tra il ladro e lo specchio, vengono fatti due o più segni, come sulla pagella; e chi ha poi il massimo numero di questi segnetti, chi ha potuto escogitare i rapporti più spiritosi, è proclamato il più intelligente. Questi è poi l’uomo o la donna che in accademie speciali va favorito, come si sia, da tutte le sovvenzioni e gli appoggi immaginabili.. Il tratto caratteristico in queste cose che oggi vengono elogiate come conquiste speciali dell’umanità (e i pedagoghi ce la mettono tutta a difendere questo sistema a spada tratta), la cosa caratteristica è che in tale maniera non si giunge affatto ad avvicinare l’elemento animico, ma si esamina nell’uomo soltanto ciò che arimanicamente giace nella sua corporeità.
Si esamina soltanto fino a che segno Arimane può svilupparsi attraverso questo o quel giovane. Ciò che in tal modo si verrà a introdurre nella civiltà umana, saranno gli impulsi arimanici. Oggi ci si lascia prendere da tali illusioni e inganni, tuttavia quello che deve essere il punto della massima importanza nel nostro movimento spirituale nel suo sviluppo, è questo: che se ne riconosca la serietà. E’ lecito e piacevole trovarsi insieme e fare lettura di cicli, quello che accade fuori non ci tocca, non ci fa male.
Ma col graduale diffondersi della Scienza dello Spirito incomincia la sua intrinseca serietà, e questa serietà può consistere soltanto nella dedizione completa a ciò che deve relativamente accogliervi, di ciò che accade intorno a noi. Miei cari amici, bisogna che queste cose vengano comprese a fondo, è necessario acquistare la mobilità dello Spirito voluta, per uscir fuori da ogni settarismo e andare verso un accoglimento universale di quanto deve contenere e abbracciare la nostra corrente di Scienza dello Spirito.
Poiché da lei devono partirsi impulsi vari e impulsi sani, in confronto a molti fenomeni che emergono ai tempi nostri in una forma che è retrograda, che va verso il basso. E soprattutto è necessario a coloro che vogliono accedere a questa corrente scientifico spirituale, in libertà, il pieno poggiare dello Spirito su sé stesso. La cieca fede nell’autorità non vale per nulla per noi, vale soltanto la conquista di un giudizio libero, poggiante in sé stesso. Poiché nulla di quanto viene detto in campo antroposofico può generalizzarsi, tutto ha valore individuale, tutto vale concretamente pel singolo caso.
Una tal quale indolenza dello Spirito umano è indubbiamente incline a generalizzare spesso ogni cosa, ma ciò non deve accadere allorché si penetra in regioni spirituali. Oggi è necessario, strettamente necessario prendere viva parte anche a quei riconoscimenti i quali non si fermano di fronte al nebuloso, al mistico, all’astratto, ma che partendo dallo spirituale penetrano nella realtà. Si può essere convinti di essere un grande Mistico, che va per le sue vie solitarie attraverso il mondo, non toccato dagli eventi mondiali, e sperimenta Dio nel proprio intimo, ma tutto ciò è vita spirituale così meschina, così annacquata, che neppure arriva a sfiorare ciò che fuori del mondo esiste come realtà. Il mondo non chiede un misticismo siffatto, può darsi che il singolo ne sia attratto perché riesce a cullarlo nella convinzione, piacevolmente acquietante, di sperimentare cose molto elevate dell’anima sua, ma l’ora presente nondimeno esige una spiritualità forte, che penetra nella realtà immediata.
Esige perfino non un mero dissertare sulle Gerarchie superiori, ma una penetrazione tale nel sapere delle Gerarchie superiori che, movendo da questo, permetta una penetrazione conoscitiva di quello che ci circonda sulla Terra. Poiché ora s’inizia il tempo in cui l’ordine umano non si può più trovare se non attingendo a dei veri riconoscimenti sulla natura di ciò che si svolge in terra, anche se riconoscerlo non è comodo! Leggete il ciclo che tenni qualche tempo fa prima della guerra a preparazione dei tempi attuali, a Oslo, sulle singole anime di popolo 2 , sulla correlazione nella struttura dei singoli popoli, e vedrete che si può prender seriamente ciò che si ravvisa nelle Gerarchie superiori, che lo si può applicare alla configurazione della Terra.
E di una tale conoscenza, di un tale riconoscimento ha bisogno il presente. Poiché deve fornire le basi pratiche per ciò che in futuro ha da venire intrapreso. Ciò che deve farsi, si dovrà riconoscerlo, e non già dai pettegolezzi della gente che oggi parla di popoli europei guidati da quanto essi chiamano le loro osservazioni, ma sarà necessario penetrare in ciò che vive sulla Terra quanto a impulsi provenienti dallo Spirito. Certo, oggi si ammette che ognuno che sia passato per delle esperienze, abbia comunque da poter dire la sua.. Eh, miei cari amici, credete forse che sappia dire cose assennate sulla Rivoluzione Francese chiunque abbia vissuto allora la propria vita torpida e chiusa in un villaggio qualsiasi della Provenza dal 1789 al 1800? Sì, egli è stato testimone di quei fatti, ma non per questo occorre che egli ne sappia dire cose rilevanti! E così innumerevoli persone possono fare viaggi in America, in Italia, e giudicare la gente e il paese, ma quello che dicono può anche valere pochissimo come giudizio su quello che oggi si impone a tale proposito.
Dipende dalle possibilità che uno possiede di penetrare più o meno nei sostrati dell’esistenza, e ciò richiede oggi non già che si accetti o che si rifiuti il materialismo o mettiamo anche lo spiritualismo.. no! All’indagatore della realtà, all’investigatore spirituale, deve essere del tutto indifferente che uno prenda il suo punto di partenza dall’essere egli materialista o spiritualista; non abbiamo neppure bisogno di disprezzare in tutti i casi i materialisti, poiché non è questo l’importante, prendere le mosse dalla materia o dallo Spirito.. basta l’arrivare sino in fondo! Chi arriva in fondo alla vera contemplazione della materia, trova lo Spirito in ciò che accade materialmente intorno a noi.
E chi vuole puntellarsi sullo Spirito e ripete a perdifiato spirito, spirito.. costui badi soprattutto a rintracciare la via da un afferrare astratto dello Spirito, ad un afferrare concreto di ciò che accade materialmente. Poiché quello che accade materialmente è rivelazione dello Spirito, ma bisogna sviluppare la giusta fiducia nello Spirituale! Chi non possiede quella vita di piena, continua attesa che ogni nuovo anno possa irradiare in noi nuovi segreti, mentre invecchiamo, costui in realtà parli pure quanto vuole di Dio e di Spirito, non crede né allo Spirito, né a Dio.
A 25 anni si crede maturo a tutto ciò che rende l’uomo capace di giudicare, ma in questo caso la restante vita non ha più valore per l’anima, né alcun utile, e la Divinità non le rivela più nulla! Occorre inoltrarsi con lo Spirito fino a quanto è materiale e comprenderlo.
Lo spirituale ha da venire condensato in modo che giunga a comprendere lo spirituale. Se ciò accade fuori nel mondo come manifestazioni materiali, noi lo vogliamo afferrare senz’altro mediante quello che ha luogo dentro di noi, dobbiamo dire: si spalanca un abisso tra l’esteriore e quanto accade nel nostro intimo! Tuttavia la Scienza dello Spirito è chiamata ad accostare a noi il mondo esterno e ad avvicinare noi alle manifestazioni esteriori, così che entrambi l’incontrino. Ciò lo possiamo sia riguardo all’uomo singolo, sia per l’evoluzione della Terra. Siffatte cose vanno comprese. Come ho già accennato, la Storia naturale è la meno adatta a comprendere che la testa è in evoluzione regrediente e le estremità in una super evoluzione.
Ha una importanza speciale comprendere queste cose. Come si possono comprendere? Si comprendono oltrepassando il modo consueto della rappresentazione, sorpassando l’astrazione e creandoci una veduta immaginativa. Mentre ci diamo al modo di rappresentazione della coscienza solita, non ci avvediamo di ciò che ha luogo nella testa; ci arriviamo solo elevandoci al pensare immaginativo, in tal caso si sperimenta in pari tempo il processo materiale.
E sapete cosa accade nel capo, nella testa mentre svolgiamo la coscienza solita? Vi accade un processo di fame. La vita rappresentativa sveglia consiste in un affamarsi della testa. Gli asceti e i falsi mistici istintivamente se ne rendevano conto e perciò facevano soffrire la fame al corpo intero. Ma non è già cosa normale promuovere delle esperienze spirituali affamando tutto il corpo; è sempre un procedere falso, errato. L’ascesi famelica per provocare rapimenti mistici è una direttiva morbosa.
Tuttavia, normalmente la condizione equilibrata del nostro corpo è disposta in modo che dalla mattina arrivando alla sera, dal risveglio all’addormentarsi, non già tutto il corpo, ma la testa si trova in un continuo processo di fame. Il capo difetta sempre di nutrimento, è cosa attinente allo sviluppo regrediente.
E la minorazione nutritiva del capo ci permette di far posto alla vita di rappresentazione dello Spirito. Chi viene a conoscere la vita dello Spirito sotto forma di Immaginazione, viene anche a conoscere ciò che altri conosce soltanto in regioni alquanto più basse, quando sente brontolare lo stomaco.
Egli viene a riconoscere che ha in testa da mane a sera, fin che si addormenta, un borbottio di stomaco. Qui ha luogo ciò che possiamo chiamare l’approssimarsi dello spirituale alla parte materiale della nostra stessa vita. Il misticismo unilaterale è un affondarsi comodo e gradevole nell’interiorità, dove però non si sperimenta gran che di più di ciò che si sperimenta di solito. Il vero sviluppo scientifico spirituale è un rafforzamento siffatto della vita dello spirito che, applicato all’esperienza personale, ci permette di conoscerci meglio, più esattamente.
Anche la parte corporea la veniamo a ravvisare meglio perché ce la accostiamo in modo che con essa ci inoltriamo verso lo spirituale gettando un ponte su quell’abisso che diversamente c’è sempre fra spirito e corpo. In questo modo si getta un ponte sull’abisso che c’è anche nella vita esteriore dei popoli, tra il corporeo e lo spirituale.
Contempliamo in questo senso le anime di popolo europee, per lo meno alcune. Sapete che alla Gerarchia degli Angeli seguono gli esseri della Gerarchia degli Arcangeli. Ma come operano? Considerare questo o quell’Arcangelo quale dirigente di un altro popolo non è ben inteso che una astrazione. Non ce ne viene nulla più di quando, nel parlare dell’anima umana, diciamo che fra la nascita e la morte essa può esistere soltanto perché si sviluppa con l’appoggio a un elemento materiale, ossia al nostro corpo. Così avviene altresì che l’Arcangelo nel guidare un popolo è legato ad un elemento materiale esteriore. Il ponte fra la natura puramente spirituale dell’Arcangelo e il carattere del Popolo è d’indole materiale, per quanto non sia di precisi esatti contorni come il nostro corpo.
Chiediamoci per esempio come stanno le cose presso quel popolo che abita la penisola appenninica, il quale prima fu già il popolo romano (e che oggi è costituito da Germanici divenuti italiani)? Poiché là la maggioranza degli abitanti odierni non è che popolo germanico trasformato, ma tuttavia la loro configurazione, il loro deciso carattere di popolo proviene da altro, ossia dal fatto che nel loro processo respiratorio, nell’aria di tale processo, l’Arcangelo ..non può dirsi che si incarna.. diremo forse: si traduce in aria.
Gli abitanti dell’Italia si collegano con il loro Arcangelo respirando l’aria. E chi voglia studiarlo in modo giusto, onde riconoscere davvero alcunché di ciò che opera effettivamente, deve studiare il collegamento singolare degli abitanti di questa penisola (anche di quella Spagnola, ma qui è già meno) con la respirazione, con l’aria. Gli occorre sapere come l’aria ed il processo respiratorio speciale si insinuano nella interiore Entità umana. Le cose stanno diversamente per gli abitanti che popolano la Francia attuale.
Qui l’Arcangelo getta un ponte diverso: qui opera sull’uomo attraverso tutto ciò che nello sviluppo naturale umano è liquido. Buona parte dei francesi beve il loro carattere di popolo mediante i loro vini, e altresì con quello che figura nell’organismo quale elemento liquido. Vedete, su questa via non si arriva solo ad astratte considerazioni sul collegamento del mondo spirituale con quello fisico. Questi non sono che vaghi accenni all’Arcangelo, e giù in basso brulicano i popoli, gli uomini, e l’Arcangelo li guida.
Mediante la Scienza dello Spirito si può comprendere questo processo del tutto concretamente. Gli abitanti dell’Isola Britannica ricevono ciò che l’Arcangelo ha da dare loro grazie a ciò che si sviluppa nel corpo come elemento solido. Lo accolgono col formare nel loro corpo le parti costitutive solide, con l’organizzazione solida. Naturalmente non si tratta che di un campo ove la cosa si esprime radicalmente.. tuttavia non è soltanto una verità mordace, ma una verità scientifico spirituale quella che dice: Mentre l’Inglese mangia la sua bistecca, opera intorno e su di lui l’Arcangelo.
Si intende che dato che la singola individualità se ne separa, la cosa non va interpretata in senso sciovinistico; l’uomo non vi appartiene se non con una parte dell’essere suo. Ma in quanto egli appartiene al suo popolo, opera in lui quello che ho accennato. Soltanto se in avvenire non si rifuggirà dal penetrare con la propria conoscenza nel nocciolo di queste cose, ci sapremo orientare in futuro nel loro campo. L’uomo ha una paura tremenda della verità, saltano fuori naturalmente delle cose scomode.
Ma non appena la verità si affronta seriamente, è indispensabile non indietreggiare davanti alle conseguenze scomode. Passiamo all’America. Già esteriormente nella configurazione esteriore si mostra là come gli uomini sottostanno a ciò che irradia dal terreno. In Italia dall’aria, in Francia dall’acqua, in Inghilterra da ciò che è destinato a entrare nel corpo come ingrediente solido o a solidificarsi in esso; in America la cosa è ancora differente. Osserverete che in genere le verità scientifico spirituali mosse a confronto della realtà, trovano ovunque la loro conferma, solo che oggi non si ricerca ancora questa conferma.
Negli anni passati 4 rilevai una volta come lo sviluppo dell’anima cosciente, la quale fa spiccare in maggior rilievo l’egoità dell’uomo, venga favorita esteriormente, materialmente, dallo zucchero. Ho rilevato allora quanto infinitamente più grande sia il consumo dello zucchero nelle Isole Britanniche, che non per esempio nel popolo Russo, inegoista, dove è infinitamente minore. Ma se si rileva come l’anima cosciente sorga soltanto nel XV secolo per svilupparsi, orbene, controllate un po’ la produzione dello zucchero! Iniziò soltanto col XV secolo.
Da che cosa origina propriamente la nostra industria dello zucchero? Soltanto dal XV secolo in poi gli uomini cominciano a fare assegnamento sullo zucchero. Tutto ciò che realmente viene dato dalla Scienza spirituale, attinto realmente ai mondi dello Spirito, riceve la sua prima conferma affinché ci si sviluppi spiritualmente a tal segno da potersi immergere nella materialità, dove poi tutto ciò vive e quindi deve venire riconosciuto.
Non appena poi trasbordiamo in America, osserviamo come non solo esteriormente negli Europei che vengono in America, le braccia e le mani assumono come una struttura differente, che quasi divenga affine a quelle di mani e braccia dell’antico popolo indiano, già ivi estirpato. Altre configurazioni si manifestano nelle forme del volto, lievi, s’intende, e solo nella terza o quarta generazione. Né dobbiamo pensare che senz’al- tro nella terza o quarta generazione un buon borghesuccio possa diventare lì per lì addirittura un Indiano..
La cosa trapela dai lineamenti più fini del volto, tuttavia appare. Siffatte cose vanno guardate in faccia poiché solo così sarà possibile diffondere sulla Terra il giusto amore, mediante la conoscenza. L’amore non può svilupparsi se non mettendosi proprio nei panni altrui. Ma per arrivare a tanto bisogna imparare a conoscerli. Lo Spirito di Popolo agisce sul popolo Americano dai sostrati della Terra, attraverso le forze elettromagnetiche che dormono nella Terra.
E’ l’elemento sotterraneo che ivi irradia e che in America forma il mezzo attraverso il quale lo Spirito di Popolo viene diretto. Andiamo ora nella Media Europa, sulla quale è bene far pensare gli uomini. Qui vi è propriamente un che di molto, ma molto intimo e labile, quanto al nesso fra ciò che dipende dalle conformazioni materiali dello Spirito di Popolo dal come si esplica. Qui si tratta essenzialmente dell’effetto provocato dal calore sul calore! Le differenze di calore che si esplicano tra il caldo esteriore e quello interiore, tra il caldo invernale, primaverile, estivo, in breve tutto ciò che si esprime nei rapporti del calore: eccovi il mezzo attraverso il quale agisce lo Spirito di Popolo nell’Europa centrale. Tutto quello che, movendo da condizioni di calore, opera sulla circolazione del sangue e sulla respirazione, costituisce la via complicata per cui là esplica la sua azione lo Spirito di Popolo. Potete osservarlo anche nell’animico. Se non siamo del tutto destituiti del senso che penetra nella favella, potremo per esempio penetrare in quella tedesca, non arrestarci a un elemento astratto, ma sentirci addentrare entro lo Spirito del linguaggio, poiché calore nel calore è fisicamente apparentato con l’animico.
Nulla è fisicamente così imparentato con l’animico come il calore e il freddo animico con il calore e il freddo fisico. Ciò che vive nell’anima senziente è già più estraneo all’aria, ciò che vive nell’anima razionale è assai più estraneo all’elemento acqua, lasciando stare poi ciò che vive nell’anima cosciente.. quello è del tutto estraneo alla bistecca, ossia all’elemento terra. E orrendamente estraneo è poi ciò che viene ad espressione nell’anima umana in quello che di forze elettriche e magnetiche irradia da sfere sotterranee nello sviluppo umano del carattere del popolo americano.
Da ciò proviene che molte cose nel carattere di popolo in America, nelle loro manifestazioni, assumono l’aspetto di una ossessione; all’opposto dell’europeo del Centro Europa, il quale deve partecipare con l’anima a qualsiasi cosa sta facendo, ed è perciò in grado altresì di sviluppare un calore mistico. L’americano, facilmente incline allo spiritismo, subisce l’ossessione di un qualche elemento spirituale, così come si può essere ossessionati da quanto non scorre entro all’uomo in modo immediato aria, acqua, terra ma soltanto da cosa che emana dal sottosuolo, avvalendosene per la formazione di strutture popolari.
Nel carattere del popolo Russo, in tutto ciò che si prepara verso l’Oriente, lo Spirito del Popolo (chiamato solo in futuro ad avere un ruolo speciale attraverso ad esso) opera mediante la luce, ossia mediante la luce in maniera da non agire però direttamente come luce irradiante dal Sole, bensì mediante la luce assorbita prima nella vegetazione e nella Terra stessa e che poi irradia, riflette nuovamente.
E’ la forza solare riverberata dalla Terra e segnatamente dalla vegetazione, è la forza del Sole che agisce dal terreno, quella di cui si avvale l’anima di Popolo Russa, come suo mezzo onde effettuare l’organizzazione del proprio popolo. Si osservino a tal proposito tutti i particolari e si vedrà come il presente e l’avvenire più prossimo richiedano non già una Mistica generale, vaga, fraseologica, ma una conoscenza dello Spirito, spiritualmente forte a tal punto da sapersi immergere, da trasferirsi nella materialità dell’esistenza a contatto della quale siamo costretti a vivere.
Sicché l’esistenza materiale contemplata nella sua affinità con lo Spirito, non può più considerarsi come è stato erroneamente fatto finora, sì che ce ne vorremmo ritrarre orripilati per giungere a questo Spirito, ma invece proprio quale vera rivelazione dello Spirito. Chi non sa riconoscere che il fisico è propriamente una rivelazione dello Spirito, non ha ancora trovato il rapporto giusto di fronte a questo. Tutto ciò che ne circonda è corpo dello Spirito. E soltanto arrivati a discernere nella natura una corporeità dello Spirito, si diventa capaci di acquistare di esso una vera e propria conoscenza.
Tali gli scopi cui deve tendere una conoscenza dello Spirito. Ma, a guardar bene, non sono propriamente queste le cose che prese sul serio riescono tanto fastidiose, tanto ostiche agli uomini? A questi uomini del presente che naturalmente non hanno care siffatte verità e preferirebbero sentir dire soltanto: gli uomini debbono amarsi fra di loro in tutta la superficie della Terra! Indubbiamente, ma prima di tutto si debbono ravvisare, se si debbono amare. E l’amore deve rendersi indipendente da ciò che la conoscenza ci svela, ma indipendente può rendersi soltanto se la conoscenza ce ne rende edotti.
Poiché, tutto ciò che ho già esposto voi ora lo sapete. I nervi, i muscoli, il sangue vostro, lo sanno. In essi lo Spirito è magicamente stregato e da lì deve venire attinto; se ciò non accade quanto prima, prenderò a strepitare nei nervi, nei muscoli, nel sangue e si riverserà sulla Terra come impulso alla disarmonia, come incentivo a contese e a guerre. Che questo non accada, può avvenire unicamente per il fatto che lo Spirito, trasformato di solito nella propria contro-immagine arimanica o luciferica, abbia ad essere redento da nervi, muscoli e sangue, e condotto alla coscienza, poiché soltanto nella coscienza, nella consapevolezza, esso si trova insediato al suo posto confacente e guida gli uomini verso quello cui debbono giungere nell’avvenire.
Non deve essere lasciato laggiù nelle regioni arimaniche e luciferiche, poiché si trasforma, non riesce a trovare il proprio posto. Questa capacità di trasformazione dello Spirito va riconosciuta, poiché da tale conoscenza si determinano i compiti per l’avvenire. Non facilmente e a cuor leggero è possibile elevarsi a ciò che sono le esigenze che incombono all’umanità per il futuro; ma necessita un grande approfondimento perché sia dato di assolverli. A tal fine occorre che gli uomini superino molte cose malagevoli e moleste!
E poiché non vogliono superarle, gli uomini diventeranno ancora spesso e volentieri nemici di uno sviluppo spirituale. Bisognerà che la Scienza dello Spirito nel suo diffondersi abbia a tenerne conto. Sarà da tenerne calcolo tanto più quanto più si affermeranno le disposizioni già rilevate e quanto più verrà incontro ad esse l’urgente richiamo di creare il ponte tra il comodo settarismo e lo sguardo dell’uomo mondiale, l’azione portata sul piano dell’universo, il far largo a questa Scienza dello Spirito sgomberandole la via dai salotti di vario ordine, per arrivare fuori, colà dove si pensa di discutere sulle questioni che interessano l’umanità.
Di ciò intendevo parlarvi oggi, dopodomani il seguito.