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Domanda

Nella ricerca sull’argomento e nello specifico sulle “tipologie di karma”, mi chiedo se sia possibile intuire/dedurre la relazione, nella successione delle incarnazioni, tra il vivere in povertà o in ricchezza (in riferimento al denaro e ai beni materiali).

La domanda fa riferimento a quanto scrive Rudolf Steiner sul Karma, che riportiamo di seguito.

Quando sono stati deposti il corpo fisico e il corpo eterico (cioè dopo la morte) e, dopo la purificazione, anche le parti del corpo astrale che sono rivolte con i desideri verso il mondo fisico, allora tutto ciò che dal mondo Spirituale fluisce verso l’io esercita un’azione non soltanto di miglioramento, ma anche di riorganizzazione.

E dopo un determinato tempo si foggia intorno all’io un corpo astrale, atto ad abitare di nuovo un corpo eterico e un corpo fisico. Egli può passare di nuovo per una nascita e riapparire in una nuova esistenza terrena. Dopo che si è costituito il corpo astrale, esso richiede ormai di nuovo un corpo eterico esteriore e un corpo fisico.

Prima che si compia il collegamento col corpo eterico, qualcosa di importante avviene per l’uomo che è sul punto di entrare di nuovo nell’esistenza fisica.

L’uomo aveva creato durante la vita precedente forze perturbatrici che gli si sono palesate durante il viaggio a ritroso effettuatosi dopo la morte (la visione della vita vissuta, al contrario, dalla morte alla nascita). Se si è arrecato dolore a qualcuno, dopo la morte questo dolore altrui gli si para davanti come una forza contrastante allo sviluppo del proprio io.

E così per tutti i casi simili della vita precedente. Al suo rientrare nella vita fisica questi impedimenti all’evoluzione si presentano nuovamente dinnanzi all’io. L’uomo vede nuovamente un quadro che questa volta gli mostra tutti gli ostacoli che dovrà superare, se vuole proseguire nella sua evoluzione. L’immagine del dolore inflitto agli altri diventa una forza che spinge l’io, quando ritorna in vita, a rimediare a quel dolore. La vita precedente esercita così un’azione determinante sulla nuova vita. Le cause delle azioni della nuova vita si trovano in un certo qual modo nella vita precedente.

Questa correlazione retta da una norma fra la passata esistenza e quella nuova costituisce la legge del destino che si indica generalmente col nome di Karma…

Risposta

La domanda è molto “ricca”. Vediamo di rispondere sinteticamente ma anche in modo esauriente. Precisiamo che il karma è la legge dell’anima umana e non dello spirito umano, la cui legge è invece la reincarnazione. È ovvio che l’una interagisce con l’altra e ambedue hanno come meta comune l’evoluzione dell’individuo.

Povertà significa avere mancanza di cose, beni, denaro, cibo, altro. Ciò che accomuna queste “mancanze” elencate, che sono quelle su cui verte la domanda, è che sono legate al piano materiale, cioè ad Arimane. Il problema non sono però le “mancanze” in sé stesse ma “come” le viviamo. Lì è nascosta la prova karmica.

La povertà, anche estrema, la si può vedere anche in una malattia (malattia intesa come “povertà” di salute) e quindi una prova-possibilità di prepararsi al post mortem in modo adeguato (e tale è in effetti la malattia).

Quindi povertà come “liberazione da Arimane…”. Sì, ma nuovamente: tutto dipende “come” la si vive. Se la riconosco, ne riconosco il perché, di cosa essa è tramite, allora ho superato la prova degli attaccamenti alle cose del mondo e… non sarò più povero perché non dovrò più superare la prova collegata.

Quindi, come sempre, tutto è nel “come” si vive il “cosa”.

La chiave della salute, felicità, armonia è quindi non nel “cosa” abbiamo ma nel “come” lo viviamo.

Per ampliare questo punto di vista a tutte le situazioni della nostra vita ricordiamoci che c’è anche la povertà di affetti, di dono, di amore…

Con ciò si può vedere il karma come strumento evolutivo per l’individualità.

Serenamente

Enzo

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