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Per la conformazione dell’uomo della sesta razza. La forza interiore dei numeri – Musica che si ode

(da oo 101 – 16a conferenza) Colonia, 29 dicembre 1907

 

Oggi vorrei parlarvi ancora di alcuni simboli e segni caratteristici perché ci rendiamo sempre più chiaro il tema fondamentale delle atre conferenze, che deve consistere nel mostrare il rapporto di Segni e Simboli col mondo astrale ed anche col mondo spirituale, chiamato altresì mondo Devachanico. Abbiamo veduto i Simboli veri e le immagini, nonché i rapporti di numeri e di forme veramente attinti dalla natura e dall’essere dei mondi superiori, i quali suscitano realmente forze animiche, quali rappresentazioni, pensieri, sensazioni ed idee, che esercitano azione conformatrice, anzi potemmo dire persino ebbero azione conformatrice quanto al corpo fisico attuale dell’uomo e che il Tempio di Salomone, se l’uomo presente ne lascia agire su di sé la forma, avrà una importanza notevole sulla figura umana della sesta razza.

Già avete potuto rivelare dall’esposizione precedente che le Guide dell’umanità, le quali lavorano di continuo intorno al suo sviluppo, hanno scelto invero una via analoga a quella che suole adottarsi nelle scuole occulte elementari, riguardo al singolo individuo. Poiché là pure abbiamo a che fare con una concentrazione su sentimenti, su pensieri, rappresentazioni ecc. assai cose vanno ancora aggiunte a quelle che esercitano la loro efficacia sull’uomo e che lo configurano.

In varie correnti occulte del presente si è oggi spesso dell’opinione che ci si possa elevare ai mondi superiori anche per altre vie, anziché con l’aiuto di rappresentazioni immaginative, ossia simboliche. E l’uomo sente oggi una tal quale paura o anche un’avversione di elevarsi al mondo astrale aiutato da simboli o da altri mezzi di educazione occulta.

Se mi chiedeste se queste paure sono forse giustificate, vi potrei rispondere si e no! Sotto un certo rapporto si possono giustificare, sotto altri rapporti sono assolutamente fuori luogo poiché nessuno può arrivare ai veri mondi superiori senza attraversare il mondo astrale.

E’ una idea sbagliata credere che si possa attraversare il mondo astrale con gli occhi bendati, ma dovete chiarirvi che il mondo astrale come tale possiede regioni diverse. L’uomo é disceso nel mondo fisico passando da quello astrale e attraverso ad esso deve risalire in quello spirituale. Ciò che si  deve evitare è che l’uomo ricada in una condizione come attraversò già nella sua discesa: l’uomo non deve mai ricadere in condizioni anteriori. Sotto certi punti di vista ogni condizione medianica è un ricadere indietro in condizioni anteriori, mentre ogni passo progrediente sviluppa una ascesa. L’uomo deve attraversare il mondo astrale in piena e chiara coscienza di veglia per giungere a regioni superiori dell’universo.

Di ciò che oggi l’uomo ha in sé quanto a brame, passioni istinti, è portatore il corpo astrale. L’uomo, se vuole elevarsi, deve lavorare effettivamente a mezzo di sensazioni e di sentimenti. Un’altra via all’ascesa non c’è, ma si tratta che egli non deve mai provare di ascendere ai mondi superiori se non conservando intatte le conquiste del nostro mondo fisico, ossia mai con un oscuramento della coscienza. Se osserviamo il Medium, vedremo sempre che egli cade in condizioni anteriori di coscienza.

La sua chiara coscienza di veglia viene attutita e indebolita, e ne viene suscitata una diversa, che l’uomo ha già superato. Colui che vuole diventare chiaroveggente in senso moderno deve conservare in pieno la sua chiara coscienza di veglia, portarla seco. Ciò lo potrà fare soltanto passando quel punto del pensiero liberato dai sensi e mai può accadere all’uomo che non passa per il pensiero libero dai sensi. Rendiamoci conto proprio bene che cosa si intende dire con questo.

E’ una rappresentazione formata, determinata dai sensi, qualsiasi rappresentazione prodotta dalle nostre percezioni sensorie. Se formate le vostre rappresentazioni guardando un oggetto e serbandolo nella memoria, e la vostra vita rappresentativa decorre poi, stimolata tutta quanta da tali rappresentazioni, si tratta di un modo di rappresentazione appartenente ai sensi. La massima parte delle esperienze animiche che occupano l’uomo attuale, è di indole siffatta, e se egli si chiedesse che cosa gli rimarrebbe se togliesse dall’anima tutti i contenuti che gli provengono dall’esterno, allora constaterebbe come questi lo ricolmano. La scritta che il filosofo greco Platone oppose alla porta della sua scuola: “Qui non deve accedere nessuno che ignori la Geometria” voleva significare: qui non deve accedere nessuno che non sia capace di elevarsi ad un pensare liberato dai sensi.

Platone non esigeva la geometria solita e neppure la si esige da chi oggi voglia salire ai mondi superiori, né oggi occorrerebbe, causa motivi intimi ed oggettivi. Se disponete tre fagioli accanto ad altri tre e poi ad altri tre ancora, la lettura, diremo, di questa impressione sensoria, vi insegnerà che 3 x 3 = 9. L’uomo primitivo impara ciò anche servendosi delle dita. Dato che non occorrono più né dita né fagioli, e che s’impara la cosa mediante una contemplazione puramente spirituale, ne risulterà un pensare libero dai sensi che potrà essere un mezzo altrettanto efficace di insegnamento. Il fanciullo si vale ai suoi inizi quasi di un ponte; e più tardi bisognerebbe condurlo al pensare libero dai sensi.

Se disegnate un circolo con del gesso, in realtà ammucchiate sulla lavagna tanti mucchiettini di gesso. Coi sensi non riuscirete mai ad afferrare ciò che è realmente un circolo, soltanto nella sua costruzione spirituale, contemplato interiormente il circolo è libero dai sensi. Per un buon numero di persone il miglior mezzo con cui oggi potersi accostare al pensare libero dai sensi è la Teosofia. Se già l’accoglie in modo giusto, specie quella parte che esorbita un po’ dagli insegnamenti più elementari, essa sola può guidare l’uomo a meta siffatta.

Per chiarirvi la natura del corpo astrale e del corpo eterico, la vista non serve. Ed è appunto questo che vi dà la Teosofia: il non poter vedere le cose. Descrivete fra l’altro l’antica Luna e fatevene una immagine, anzi in maniera alquanto drastica, intrecciando le immagini sensorie alle sopra sensorie, però così che l’uomo d’oggi se ne accorga e dica: ma costui ci dipinge cosa che oggi non é più affatto possibile! Ma appunto DEVE oggi essere cosa impossibile! Perciò é bene descrivere l’antica Luna, su cui non ci sono ne rocce né minerali, né pietre, come sono invece sulla nostra terra.

Tutta intera l’antica Luna consiste di una sostanza vivente, che si potrebbe confrontare con la densità di una insalata cotta, dunque di un corpo che sta fra il minerale e la pianta, un corpo metà vegetale e metà minerale; c’è nel carattere dell’antica Luna il carattere di una semi pianta, non esistevano ancora su di essa dei minerali come i nostri. Se guardate certi nostri attuali terreni paludosi, di torba, nella cui sostanza c’è ancora qualcosa di metà vivente, ne aveste una immagine che assomiglierebbe esteriormente alla massa lunare.

E in luogo di rocce e di monti, trovereste ivi tuttalpiù qualcosa di simile alla corteccia degli alberi. Ora qualsiasi scienziato naturale di oggi vi obbietterà: “ciò non può esistere come pianeta!”. Ma é proprio questo il punto che preme! L’uomo in questo modo scioglie il suo pensare da quanto oggi è attaccato alla sensualità solita, insita nelle percezioni, nel pensare e nel sentire, lo scioglie, e giunge ad un pensare liberato dai sensi. Non é già un pensare astratto, ma reale, molto ma molto reale, se noi ci figuriamo l’antica Luna come un ammasso d’insalata cotta, avvolta dalla corteccia degli alberi ecc. E’ un pensare, per dirla con Goethe, sensibile-soprasensibile.

 

 

Mentre dissolvete i colori e li proiettate liberi nello spazio, vi sarete valsi per le vostre rappresentazioni di un pensare libero dai sensi. Chi considera tutto ciò e lo prende a base sicura, non potrà mai incespicare nella propria ascesa ai mondi superiori. Dovete persuadervi che molte cose perdono la loro chiarezza per mezzo di segni schematici e simbolicamente errati. Può bastare per esempio in date circostanze, se il piano fisico, quello astrale e quello devachanico vengono disegnati l’uno sovrapposto all’altro, il disegno non corrisponde alla realtà, ma può servire di aiuto alla comprensione.

Più giusto é però di rappresentarsi il mondo fisico come una sfera in se conchiusa, con l’astrale che la involge e l’elemento devachanico che si aggiunge poi in giro all’astrale. Anziché disegnare tanti strati sovrapposti, è bene disegnare la cosa in forma di sfera poiché ciò permette di distinguere l’una dall’altra due diverse regioni del piano astrale. Inoltrandoci in due regioni ben distinte del piano astrale troviamo un contrapposto di forma e di vita simile a ciò che della terra chiamiamo elemento maschile e femminile. Forma e Vita sono due antitesi del piano astrale2. Se ora però vogliamo trovare sul piano astrale Forma e Vita, li incontreremo se procederemo in questa direzione (dal mezzo – piano fisico – verso l’alto). Procedendo invece nella direzione opposta, non incontreremo il lato benefico del contrasto Forma e Vita, ma ne incontreremo l’antitesi, ossia la putrefazione e la Malattia. Dunque nel partire dal piano fisico, se andiamo in su troviamo Forma e Vita, cui corrisponde nel mondo astrale (ma sotto al fisico discendendo verso il basso) l’antitesi putrefazione e malattia. Se seguiamo una data direzione in cui vediamo qualità benefiche pel mondo fisico, ad esse corrispondono dal lato opposto, pel mondo fisico, influssi deleteri e distruttivi. Eccoci data così una possibilità di distinguere tra le parti differenti del piano astrale. Sull’anima umana influiscono effettivamente due regioni del piano astrale che sono tra loro completamente diverse.

Se vogliamo farci una rappresentazione del modo con cui le dette due regioni differenti esercitano la loro azione, dobbiamo tener presente che nell’uomo abbiamo corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale ed IO poi, secondo i gradi dello sviluppo, abbiamo molte volte già descritto Manas o Sé spirituale, Buddhi o spirito Vitale e Atma o Uomo spirito. E fra mezzo, interposta, ricolma dell’Io c’è, come abbiamo visto, la parte animica. Sicché possiamo distinguere in certo modo: Corpo (che veramente abbraccia i TRE corpi), Anima e Spirito. Ma nell’anima si specchiano dal basso: corpo astrale, eterico e fisico.

In quanto fisico, eterico e astrale rispecchiano nel modo che loro appartiene originariamente, essi trasmettono all’anima le qualità’ basse, qualità che attirano verso il basso. Ma nell’uomo si riflette altresì ciò che è la parte superiore: Manas, Buddi, Atma, quindi abbiamo nell’anima anche delle qualità che ci traggono in alto, che ci purificano. Il Cristianesimo esoterico conosceva anch’esso questo duplice rispecchiamento, e si diceva che nell’anima si rispecchia la natura umana superiore, oppure vi si rispecchia quella inferiore.

Perciò più d’uno aveva il presenso, anche se non in via esoterica, che fosse così, e dicevano: quando l’uomo muore, egli vede il mondo spirituale sotto specie delle leggi Mosaiche; se invece nell’anima si specchiava l’elemento inferiore, lo si descriveva col dire: il Diavolo presenta all’anima l’elenco dei suoi peccati. E quando lo sviluppo non è stato condotto confacentemente, l’anima può cadere nelle sue basse passioni; è cosa possibile, ma non deve venir posto davanti all’uomo come uno spauracchio.

Tutte le immaginazioni, tutte le rappresentazioni simboliche educano l’uomo per condurlo a quel punto della vita donde impara sempre meglio ad elevare lo sguardo al mondo superiore. Le rappresentazioni figurate, immaginative come per es. quella dell’antica Luna sono potenti fattori educativi in siffatta direzione. Né sono diverse le immagini mediante le quali si cerca di accostare agli uomini l’idea dell’evoluzione in giusta maniera esoterica. Se presentate loro concetti astratti, aridi, vi fermate col pensiero sul piano fisico. Poiché il pensare, come tale, non si stacca mai dal piano fisico. E’ bensì vero che si tratta di un riflesso del piano devachanico proiettato in basso, ma il pensiero di cui l’uomo si serve, è cosa appartenente al piano fisico, non è che una immagine d’ombra di processi superiori.

Per quanto vi facciate le immagini più sottili intorno ad un Essere sul primo gradino dell’esistenza, di come esso si differenzia e discende e si avvolge delle sue spoglie, tutto ciò resterà soltanto una rappresentazione trasmessavi dal piano fisico ma che non vale a promuovere il vostro sviluppo. Soltanto le rappresentazioni e i concetti soprasensibili potranno a poco a poco promuoverlo realmente. Occorre prima trasformare i concetti in immagini. Se il processo che si é ripetuto sempre per il discepolo rosicruciano ci venisse riassunto in un dialogo fra Maestro e discepolo, e che sebbene non abbia mai avuto luogo in un dialogo può metterci davanti ciò che il discepolo doveva man mano sperimentare attraverso lunghissime esperienze, potremmo esprimerci così: Il Maestro diceva al discepolo: “Osserva la pianta come con la sua radice si affonda nella terra, mentre col gambo cresce incontro al sole ed espande, e dispiega la sua fioritura nei suoi organi di fecondazione”.

Sbaglierà il confronto chi, paragonando l’uomo con la pianta, ne assomigliasse la testa col fiore, ed i piedi con le radici. Persino Darwin, che si vale di questo confronto lo ha applicato in maniera giusta, confrontando la testa con le radici. Sicché per Darwin stesso la pianta è l’uomo capovolto. Ciò che la pianta offre castamente al raggio solare sono i suoi organi di fecondazione. L’uomo li rivolge al centro della terra, per cui dobbiamo vedere in lui un completo capovolgimento, poiché tutte le forze che nella pianta dirigono verso il centro della terra, egli le volge libere verso il Cosmo saturo di sole. E gli organi che la pianta drizza castamente incontro al raggio solare, nell’uomo sono diretti, verecondi, verso la terra. L’animale sta assolutamente nel mezzo. Se intendiamo dunque disegnare le linee di forza reali, che sono nel mondo, potremo farlo nel modo seguente: l’animale, che ha la spina dorsale in linea orizzontale, ha compiuto soltanto la metà dell’evoluzione. E questo è il vero significato esoterico del segno della croce.

 

Una delle linee di forza che forma il Segno della Croce va verso il basso e questa è normale per l’essere vegetale. La stessa forza si manifesta nell’animale in linea orizzontale, abbracciando in circolo la terra, e nell’uomo prende la direzione opposta. Il principio animico sale dalla condizione vegetale a quella animale da qui all’umana. E Platone, nelle cui espressioni spesso affiorano cose attinenti all’iniziazione, emise la bella sentenza “L’anima del mondo è crocifissa sul corpo del mondo!”3 il che significa: l’anima del mondo passa attraverso a pianta, animale, uomo: è crocifissa nelle forze dei tre Regni: vegetale, animale, umano. Pertanto, se così iscriviamo la Croce nei tre regni della natura, la Croce diviene per noi l’Idea della direzione evolutiva. 3 il concetto è espresso da Platone nel Timeo; si veda in oo 8 Platone come mistico Al discepolo veniva dunque detto quanto segue: tu devi porti davanti come la pianta drizza la corolla verso il raggio solare, come gli organi fruttiferi possono davvero maturare quando la pianta sia baciata dal raggio del sole.

Lo sviluppo che ascende all’uomo accade pel fatto che la pura e casta sostanza vegetale viene percorsa pervasa da brame, da istinti e passioni. Grazie a ciò l’uomo si conquista la propria coscienza. Dalla coscienza vegetale ottusa l’uomo viene condotto in su, fino alle condizioni umane, pel fatto che questa coscienza, è stata attraversata dalle brame, passando attraverso lo stadio animale. Ora l’uomo ha intessuto la bassa natura delle brame nella natura vegetale pura, e con questo, d’altro canto, egli è asceso dalla coscienza vegetale ottusa alla chiara coscienza di veglia.

Giunti a questo gradino, quello dell’uomo attuale, i1 discepolo veniva condotto a osservare quanto segue: come l’uomo evolve da una condizione propria alla pianta, così arriverà poi a purificare istinti e brame, li condurrà a un gradino superiore che a sua volta sarà casto. I gradini superiori di coscienza vanno conquistati affinché la sostanza umana possa ritornare a una sostanza simile a quella della pianta e la disposizione a tanto veniva mostrata al discepolo anche nell’uomo fisico. Ogni Essere deve servirsi del corpo fisico se vuole presentarsi sulla terra, ma questo corpo in avvenire andrà trasformandosi sempre più. Noi distinguiamo in esso una parte decadente e una parte ascendente. Gli organi bassi, inferiori, passano per uno sviluppo discendente e l’uomo fra breve  certo si tratta di millenni  li deporrà.

Altri organi invece sono in divenire e vanno incontro a uno sviluppo molto più elevato, fra questi vi è per esempio la laringe umana, che si trova soltanto all’inizio del suo sviluppo. Uno sviluppo diverso subirà altresì il cuore, destinato a diventare un organo del tutto differente da oggi. Mentre altri organi hanno già sorpassato l’apice del loro sviluppo e si staccano dalla costituzione umana, abbiamo nel cuore un organo che si trova all’inizio del suo sviluppo. Questa é una cosa che presenta molti enigmi alla fisiologia ed all’anatomia attuali.

Nell’uomo si distinguono molto nettamente i muscoli autonomi ed i muscoli non autonomi. Per esempio i muscoli della mano sono autonomi e questi muscoli autonomi sono striati traversalmente. I muscoli intestinali che di continuo spingono avanti gli alimenti, sono muscoli non autonomi e striati pel lungo. Orbene, il cuore fa eccezione alla regola e tutti i calcoli ne vengono capovolti: un muscolo non autonomo e tuttavia è listato, striato traversalmente. Perciò la nostra anatomia non riesce a comprendere il cuore, essa considera tutti gli organi di identico ordine.

Esaminandoli alla luce dello spirito, si può ammettere benissimo che chimicamente essi constano della medesima sostanza; nondimeno, un organo si trova in uno sviluppo discendente, un altro in uno sviluppo ascendente. Il cuore già nella sua struttura anatomica porta i segni per cui sarà più tardi un muscolo autonomo, spontaneo; oggi sì può accorgersene ben poco. Un senso di paura farà contrarre la massa sanguigna dalla periferia all’interno; o per senso di vergogna il sangue verrà spinto dall’interno alla periferia.

Più tardi, mediante il cuore, si verificherà una trasformazione della nostra laringe. Oggi questa laringe ha la facoltà di produrre delle vibrazioni nell’aria circostante. Voi udite le mie parole, ciò è dato dalle vibrazioni dell’aria. L’uomo attuale é in grado di trasformare in vibrazioni di aria quanto occupa la sua anima. Il corpo umano dell’avvenire sarà in grado di trasformare la sua laringe ad organo di fecondazione. E la parola che oggi crea soltanto nell’ambito dell’aria, in avvenire creerà nel mondo a noi circostante, la riproduzione avrà luogo allora mediante la laringe e questa creerà la razza avvenire. In base a ciò si soleva indicare il casto calice del fiore e insieme, l’uomo presente che disceso nella natura inferiore, ha compenetrato d’istinti e di passioni la sostanza vegetale ma che sviluppa in compenso la sua chiara coscienza di veglia.

Con ciò si mostrava come l’uomo, ascendendo su questa via a stati superiori di coscienza, riacquisterà pura e casta di nuovo la sostanza che ora è compenetrata di brama. Così venivano indicati passato, presente e futuro. Il calice che c’era in passato ci sarà di nuovo, giunto che l’uomo sia sopra un gradino più alto; e allora questo calice umano si volgerà al raggio spirituale del Sole cosi come oggi la pianta cresce incontro al raggio solare con i suoi organi fruttiferi. Questo calice umano, l’organo della favella trasformato, e che il cuore vivifica si chiamava in senso ideale-reale il SACRO GRAL inizio, mezzo e fine dell’evoluzione dell’umanità.

Qui ci viene offerto il pensiero dell’evoluzione trasformato in una immagine, e mediante queste ci fluiscono incontro quelle forze atte a schiuderci realmente i mondi superiori. Tutto si svolge senza magia alcuna ma mediante il fatto che le sensazioni suscitano l’impulso ai sentimenti, che sono guide a condurre l’uomo verso i mondi superiori. I sentimenti conducono l’uomo al mondo astrale, non altrimenti di come la volontà purificata lo conduce verso il mondo Devachanico. Possiamo andare anche più oltre. Considerando l’uomo e il suo trapasso attraverso l’esistenza vegetale, animale, fin su all’esistenza umana, troviamo nei regni del mondo, quale simbolo la CROCE.

Se ora contempliamo la pianta nella sua sostanza primordialmente casta, troviamo il verde quale sua vita. La pianta in quelle parti in cui è attivo soltanto il suo corpo eterico è permeata da ciò che è il verde delle foglie o la Clorofilla. I1 corpo eterico ha una legge fondamentale: la legge della ripetizione; se fosse attivo il solo corpo eterico, la pianta non farebbe che ripetersi sempre di nuovo. Ma quando interviene nella sua vita il corpo astrale della terra, la pianta si conclude nella fioritura, mentre nella ripetizione della formazione delle foglie si era mostrato l’effetto del corpo eterico.

Entrambe le forze si esplicano altresì nella crescita umana: il corpo eterico fa valere il suo influsso nelle vertebre; ma nel punto in cui si intromette il corpo astrale esso arrotonda le vertebre dorsali nella volta cranica (scatola cranica). Perciò, riguardo ciò che si svolge, potete agire sul corpo eterico solo mediante il principio della ripetizione. Numeri e concetti operano soltanto sul corpo astrale, ma se per esempio pregate ripetendo quotidianamente la prece, la sua azione passa fin nel corpo eterico e se vi abbandonate alla meditazione é un influsso che arriva fino al corpo eterico.

Le cose sono disposte in modo che nel Cosmo si mostra anzitutto il principio della ripetizione nel corpo eterico; il principio concludente è dato sempre dal corpo astrale. Là dove il corpo astrale si ritira, ecco tornare come cosa sottintesa il principio della ripetizione. Così per esempio i vostri capelli crescono per il fatto che l’astrale si é ritirato, tagliare i capelli non vi dà dolore perché il dolore é espressione dell’astrale. Abbiamo davanti a noi anzitutto la pura e casta sostanza vegetale dove la pianta, soggetta unicamente alla legge del corpo eterico mette foglia dopo foglia; poi la sostanza pura e casta della pianta viene sempre più compenetrata da ciò che conosciamo quale Kama, dall’elemento istintivo che, attraverso al regno delle bramosie, ascende su fino alle rappresentazioni.

E ora nell’uomo deve superarsi ciò che in lui ha determinato l’ulteriore progresso dalla sua natura vegetale in poi. Nell’evolvere verso l’alto l’uomo ha accolto in sé il sangue rosso. Il sangue rosso promuove nell’uomo ciò che lo rende autocosciente. La clorofilla, la sostanza verde della pianta, interpenetrata da IO e da corpo astrale si è venuta trasformando in sangue rosso; se foste capaci di permeare la sostanza vegetale verde con IO e corpo astrale, ne otterreste il sangue rosso. Ora pensate che anche nell’immagine della Croce avete cosa che accenna all’avvenire dell’uomo; come sarà dunque questo uomo avvenire? Dovrà essere di natura vegetale, ma unita a quel livello di coscienza che ormai l’uomo si è conquistato.

Quanto e stato conquistato mediante il sangue … sì, questo ha da essere! ma insieme ha da essere ciò che l’uomo possedeva allo stato vegetale. La rosa ci mostra tutto ciò in immagine, essa ha natura Vegetale e insieme il colore rosso; nelle foglie verdi agisce il corpo eterico, dove queste finiscono lavora il corpo astrale, il fiore della rosa deve il suo rosso agli influssi più intensi del corpo astrale della terra. Il Corpo astrale umano dovrà spiegare la propria azione in libertà, dall’esterno, non altrimenti di come oggi il corpo astrale della terra agisce sulla rosa: e allora ciò che è stato prefigurato su gradino inferiore, apparirà su quello superiore a guisa di ROSA UMANA. Nella ghirlanda di rose che si intreccia alla Croce, ci è dato effettivamente un simbolo dell’evoluzione umana.

Volgendo lo sguardo al nero del legno, guardiamo a ciò che si va estinguendo, che anche nell’uomo si estinguerà; volgendolo alla rosa rossa noi contempliamo ciò che si andrà evolvendo più oltre, giungiamo fino a quel calice che avrà natura vegetale su livello superiore. E le rose che circondano la croce ci presentano simbolicamente questo processo dell’evoluzione. L’essenziale é che questi simboli noi non ci limitiamo a pensarli, ma che li sentiamo. Perché soltanto se la rosa rossa ci fa sentire ch’essa dice a noi: ecco ciò che sarete un giorno, ecco ciò in cui vedete raffigurata la meta dell’evoluzione umana… e in tale momento il cuore vi si espande: ogni vostro sentimento diviene puro, soltanto allora si tratterà di forze che potranno guidarci verso un mondo superiore.

Per tal modo questi simboli acquistano efficacia per lavorare sull’anima nostra, essi la compenetrano di forza, operano in lei e sono gli educatori massimi e maggiormente importanti della nostra stirpe umana. Come qui ci poniamo di fronte all’anima dei simboli, delle immaginazioni, cosi avviene che in certo modo in regioni ancora più elevate, ci venga presentata l’intima virtù dei Numeri, e dovremo imparare a sentirne gli intimi rapporti a guisa di musica. Il vicendevole rapporto tra corpo fisico, eterico, astrale ed IO può descriversi col provare a darne delle immagini simboliche; e con questo mezzo l’uomo sperimenta in sé una specie d’Iniziazione.

E’ possibile altresì descrivere il corpo eterico dicendo: il corpo eterico, finché pervade il corpo fisico, è un elemento che lotta interiormente contro il dissolvimento delle forze e sostanze fisiche. Così cerchiamo di arrivare a una rappresentazione del corpo eterico. Cercando di formarci una rappresentazione immaginativa del corpo astrale, figuriamo come se ne esce di notte, e come spiega la sua azione su corpo eterico e fisico, sgombrandone le sostanze che ne 12 determinano la stanchezza.

Procureremo di formacene una immagine chiara. Ma c’é altresì un modo superiore per cui possiamo rappresentarci siffatti rapporti. Occorre porsi davanti l’intimo valore di dati numeri. Non è cosa indifferente rappresentarsi il rapporto di 1 :3, ciò è diverso dal rapporto di 1:7. Nel rapporto di 1:3, bisogna rendersi conto che il 3 ci si presenta differenziato e bisogna porsi davanti il rapporto vicendevole tra ogni singola proporzione. Ma ciò che preme é la RELAZIONE tra 1:3 – 7:12.

Figuratevi una tonalità che fa tre vibrazioni in un tempo, un’altra che in questo tempo ne fa 7 e un’altra ancora che nello stesso tempo ne fa 12. In queste vibrazioni sonore vi è data l’espressione del rapporto che IO, corpo astrale, corpo eterico e corpo fisico determinano nella musica spirituale. IO = 1 corpo astrale = 3 corpo eterico = 7 corpo fisico = 12 Tutto ciò ha le sue buone ragioni, la sua giusta base nell’esistenza universale. Se potessimo seguire l’evoluzione dalla condizione di Saturno alla condizione Terra, vedremmo che quanto sopra ha il suo pieno fondamento nell’esistenza umana. La Terra nel suo primo stato, quello di Saturno, era circondata dai 12 segni Zodiacali e questi, influendo su Saturno, diedero la prima disposizione di germe al corpo fisico. Da ciò provenne tale rapporto del 12 verso gli arti costitutivi. Sul corpo eterico influirono 7 PIANETI, infatti quando la terra passò allo stato planetario Sole, la circondavano gli altri pianeti e così il numerò sette influì sul corpo eterico.

Quando la Terra fu Luna su di essa operò per primo il Sole ma poi, essendosi Sole prima e Luna dopo allontanati dalla Terra, da un corpo ne derivarono tre; perciò alla formazione del corpo astrale presiedette il numero 3. E quando l’IO discese dai mondi spirituali, ciò si espresse nel numero 1:3. Questa formula vi dà quello che dovete sentire interiormente come la relazione, il rapporto dei quattro arti dell’uomo.

Non è facile destare a tanto le sensazioni adeguate e doversi rappresentare il corpo fisico come il più perfetto dei quattro arti costitutivi; indi il corpo eterico come il meno perfetto, i1 corpo astrale ancor meno perfetto e l’IO come l’infante tra i quattro arti che formano l’uomo. Bisogna immaginare il corpo fisico 12 volte più perfetto dell’IO, il corpo eterico 7 volte e quello astrale 3 volte.

Questi numeri ci indicano i gradi di perfezione dei quattro arti dell’uomo. Abbiamo allora, se giungiamo a sentirlo, conseguito un rapporto reale di fronte a questi risultati. In tal modo venivano date delle basi per comprendere l’importanza del numero 3. E si arrivava a questa conoscenza nel modo seguente: Consideriamo lo sviluppo della pianta, e qui bisogna considerare tre cose. L’inizio é dato dal piccolo germe, così poco appariscente, dal quale si sviluppa man mano la pianta, Questo sviluppo ce lo poniamo davanti in modo da vedersi schiudere il germe come a ventaglio, quasi irradiandosi intorno, per arrivare poi ai petali, ai fiori, al frutto. A questo punto il germe vegetale stesso si è formato nuovamente dalla pianta.

Anzitutto c’era una pianta come questa: stava all’inizio, e ciò che si è venuto sviluppando fuori attraverso petali, fiori e frutto, ora si trova tutto riunito assieme nel germe. La pianta pienamente sviluppata è quella che ci offre palesemente ogni sua parte; indi tutto ciò che i sensi afferrano si ritira in una minuscola particella visibile. Abbiamo davanti allora l’elemento sensibile ridotto ai minimi termini; la parte spirituale, invece, grande al massimo, poi la pianta si espande. Ma accade inoltre un terzo fatto.

Mentre la pianta si muta in germe, indi a nuova pianta, influiscono continuamente sulla stessa le forze elementari dell’ambiente. I1 germe c’è, quel germe che sorse da una pianta e da questa ne nascerà a sua volta una nuova. Ma il terzo elemento viene da tutto il mondo circostante ed è questo che di solito modifica sempre alquanto ogni pianta. E quanto più in alto un essere è situato, tanto maggiormente questa terza cosa esplica il suo potere modificante.

Consideriamo un Essere abbastanza elevato, per esempio l’uomo, e quindi ancora l’anima. Nel suo espandersi tra nascita e morte essa 14 ha portato seco i frutti di una incarnazione precedente, e lo vediamo esplicarsi come nella pianta; indi vediamo ciò che si è svolto cosi, e che fu conquistato durante una vita attraverso molteplici condizioni tra la morte e la nascita. Rinato, l’uomo sperimenta molte cose nuove, tutte le esperienze che ha sperimentate sono sempre un arricchimento della vita.

Vivete ora in una delle vostre incarnazioni, portate con voi i frutti di un’altra e sperimentate tutt’altre cose, altri influssi da fuori e tutto questo lo riportate di nuovo nell’incarnazione successiva. Questa é cosa che non proviene da un germe. Nella pianta precedente c’era qualcosa che opera nella nuova, ma a tutta prima in quella nuova non c’è ancora quello che si manifesterà nella sua graduale conformazione. Dovete dunque ripetere tre cose: 1º lo sviluppo che avviene da una condizione involuta, ciò si chiama sviluppo o evoluzione.

Ma poi quello che é contenuto nel germe deve prima nascere, mediante il processo inverso, ossia il processo di involuzione. Questi due processi presi a sé, da soli, non determinano progresso. Unicamente pel fatto che l’Essere sia capace di creare il nuovo a mezzo delle influenze provenienti da fuori, soltanto per questo mezzo può determinarsi un progresso cosmico e questo é il 3º punto, la terza condizione chiamata LA CREAZIONE DAL NULLA. Voi sviluppate senza tregua ciò che é disposto in voi da cause antecedenti, continuamente accogliete qualcosa dal mondo circostante e lo trasformate in esperienze, e questo lo riportate poi nella vostra nuova incarnazione. In tutta quanta, la vita c’é l’influsso del ternario: EVOLUZIONE-INVOLUZIONE-CREAZIONE DAL NULLA.

Nell’uomo questa creazione dal nulla l’abbiamo dal lavoro della sua coscienza: egli sperimenta qualcosa, gli Esseri del mondo circostante ed elabora tutto ciò a concetti, a idee. Orbene, qualsiasi progresso consiste nel fatto che in ogni vita si producano pensieri e idee nuove che le circostanze del mondo intorno vengano consumate (che si usufruisca di esse) e che conducano a risultati nuovi. Perciò il 3 viene chiamato il numero della CREAZIONE o dell’AZIONE, mentre un altro numero è quello della MANIFESTAZIONE.

Potete chiarirvi facilmente quale é il numero che si designa come tale. Qualsiasi cosa voi contempliate nel mondo, tutto deve risultare in una certa dualità. La luce nel nostro mondo é sempre circondata dalle tenebre, è sempre abbassata dalle tenebre. Tutto il mondo manifesto è retto dal DUE, perciò il DUE è il numero della MANIFESTAZIONE. Queste antitesi si unificano soltanto nell’ambito dell’occulto, in ciò che sta sotto alla manifestazione. Perciò l’UNO è il numero dell’UNITA’. 15 Da Evoluzione ed Involuzione, uniti alla Creazione dal Nulla oppure dal Tre risulta il mezzo con cui l’occultista può sciogliere l’enigma, il significato della creazione.

Così avete nei primi tre numeri dei simboli importanti del mondo spirituale. Volevo solo accennarvi mediante alcuni esempi il rapporto che i cosiddetti simboli hanno col mondo superiore, per esempio quello del Santo Graal che ci esprime lo sviluppo mediante un’immagine. Una bella immagine simbolica ve la dà il confronto con lo specchio. Spesso quanto ci attornia viene chiamato “SPECCHI0” perché in verità ogni cosa esteriore non ci mostra se non il riflesso dell’essere suo; potete altresì persuadervene nella vita fisica.

Allorché guardate un oggetto fisico, che cosa vede il vostro occhio? L’occhio non vedrebbe l’oggetto se i raggi solari non cadessero su di lui, e dall’oggetto sull’occhio. In verità l’occhio vede la luce solare, soltanto che dagli oggetti soliti viene frammentariamente rispecchiata. In verità voi non vedete alcuna cosa esteriore, ma la luce dell’oggetto, e perciò questo vi si presenta in una data forma. In verità voi non vedete neanche questo, perché, quale vostra parte vera spirituale, voi siete fuori dalla vostra entità fisica; e ciò che l’uomo vede, sono i raggi riflessi che gli vengono incontro dal mondo spirituale; sicché egli vede l’essere spirituale che sta entro di lui. Tutto quanto ci circonda é riflesso del mondo reale.

Anche lo stesso vostro corpo esteriore è un riflesso della vostra propria entità. All’incirca nell’epoca che cade prima dell’ultimo quarto dell’epoca atlantica, l’uomo non vedeva per nulla gli oggetti che stanno fuori, ma sapeva di trovarsi in seno a una sostanza spirituale. Di fatto egli vedeva spiritualmente, interiormente. Soltanto dopo gli si spense la Luce dello Spirito, e i raggi gli giunsero rifranti. Guardate una lastra di vetro e avete coscienza di vedere le vostre proprie caratteristiche. Mettiamo ora che sulla parte posteriore della lastra di vetro venga spalmata una sostanza riflettente; ora non vedete più sulla lastra di vetro la vostra propria entità, bensì solo l’immagine riflessa dallo specchio.

Nell’uomo nasce l’illusione che quanto egli non è, quello che è soltanto sua illusione: che questo sia il suo Io. Tale illusione è mirabilmente esposta nella Bibbia. Pel fatto che 1’uomo perdette il Paradiso, egli si avvolse talmente di materia che vide sé stesso.

Prima gli uomini non vedevano sé stessi, ora conobbero “ch’erano ignudi” 4 . E perché qui intervenne un’illusione che l’uomo dovrà in seguito superare, la leggenda ascrive il fatto di 4 Genesi 3,7 16 divenir visibile gli oggetti da fuori al principio Luciferico. La tradizione popolare ha conservato fedelmente la cosa. Si racconta nell’oriente d’Europa una leggenda che dice: C’era una volta un frate che volle constatare la verità del detto biblico: “Chi cerca trova, chiunque chiede riceve”.

Egli anzitutto pregò per quello che voleva ottenere: voleva nientemeno che la figlia del Re e ne chiese la mano. La figlia del re gli disse (in quell’epoca non c’erano ancora specchi) di portarle uno strumento in cui ella potesse rimirarsi da capo a piedi. Allora egli se ne partì e andò dal Diavolo, i1 quale gli comunicò il segreto dello specchio. Quindi ritornò, ed ebbe l’assenso della Principessa.

E’ vero che poi rinunciò a lei, ma per avere lo specchio egli aveva dovuto ricorrere al diavolo. Immagini consimili ci sono state poste in vari modi; e in tutte quelle offerte in queste conferenze, vediamo il significato vero, e la realizzazione e l’applicazione di Segni e Simboli. La percezione sensoria forma il contenuto del mondo fisico; Immagini e Immaginazioni sono espressioni del mondo astrale; Armonia delle sfere, musica delle sfere sono espressione del Mondo spirituale.

Chi ascenda al mondo spirituale percepisce la pienezza interiore delle sue risonanze, e si immerge in esse. L’Ispirazione é l’elemento vitale del mondo dello spirito, come l’immaginazione è l’elemento vitale del mondo astrale; un vero mondo ispirato, è creazione che si parte appunto dallo Spirito.

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