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Radici cristiane della vita sociale

Vincete il male col bene

Le leggi sono certamente necessarie, perché l’uomo ha nella sua natura la tendenza a compiere il male, a danneggiare il proprio simile. In noi esistono impulsi e passioni, brame e desideri che ci condizionano potentemente. Li sentiamo come forze di natura con cui dobbiamo confrontarci.

Ma se per contrastare il male e l’errore rendiamo impossibile la vita all’individuo attraverso il moltiplicarsi delle norme e dei regolamenti, soffochiamo l’unica sorgente del bene e della moralità che risiede nel libero sviluppo dello spirito umano. Esso è il solo che può vincere ciò che nell’uomo è natura inferiore.
La legge può solo tenere a freno il male e l’ingiustizia, ma mai potrà far sorgere il bene e la giustizia.

Giudicate da voi stessi
Diceva ancora alle folle: “Quando vedete una nuvola salire da ponente subito dite: Presto pioverà, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Farà caldo, e così accade. Ipocriti, sapete valutare il volto della terra e del cielo, come mai non sapete valutare questo tempo? Perché non giudicate da voi stessi la cosa giusta? Quando vai col tuo avversario dal magistrato, adoperati lungo la via per liberarti da lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni alla guardia e la guardia ti getti in prigione. Ti dico che non uscirai di là finché tu non abbia pagato anche l’ultimo centesimo”. (Luca 12, 54-59)

Con la venuta del Cristo inizia un tempo propizio (kairos in greco) per l’Umanità, tempo che richiede di essere compreso dal giudizio autonomo di ognuno. E’ anche il tempo della prova, del passaggio dal dominio della legge a quello della libertà.

Questo è espresso dall’esempio portato dal Cristo. L’avversario di cui qui si parla non è necessariamente una persona in carne ed ossa, ma può anche indicare il rappresentante della natura inferiore dell’uomo; essa è soggetta alla legge della necessità di natura, ma non è più guidata dal saggio istinto naturale come è per l’animale e come era anticamente anche per l’uomo.

Questa è l’attuale condizione umana che rappresenta il passaggio necessario verso la libertà. Il Cristo esorta infatti a liberarsi da questo avversario prima di giungere davanti al magistrato e poi al giudice, alla guardia e in prigione, i rappresentanti della legge.

In Matteo 5, 25 è scritto: “Sii benevolo col tuo avversario presto, finché sei ancora con lui sulla strada, perché l’avversario non ti consegni al giudice….”.

Questa diversa sfumatura ci indica che questa liberazione dall’avversario, dal potere dell’istinto di natura, non può consistere nella sua eliminazione, ma nella comprensione del suo significato e nella sua trasformazione cosciente, possibile solamente attraverso il giudizio autonomo.

Quindi, nella sfera politica delle relazioni tra uguali vale il non giudicate, riferito al prossimo, per favorire il libero sviluppo di ogni individualità, unica sorgente del bene comune e della moralità.

Ma per poter assumere il non giudicate come meta a cui tendere nella vita sociale è necessario sviluppare il giudizio autonomo, espresso dalle parole: giudicate da voi stessi la cosa giusta.

Questo giudizio autonomo si può sviluppare solamente sul terreno della libera vita spirituale.
(continua)

Stefano Freddo

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