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Considerazioni scientifico-spirituali su internet e sulla nuova socialità

nella tela del ragno - pax mundi

“Dalla terra nascerà una genia di esseri che per quanto riguarda il loro carattere sono collocabili tra il regno minerale e il regno vegetale con una natura di tipo automatico abbondante d’intelletto oltremodo intenso.

Con questo movimento, che si diffonderà sulla Terra, questa sarà ricoperta come in una rete, in un tessuto di spaventosi ragni di enorme saggezza, ma che nella loro organizzazione non arrivano neppure al regno vegetale, ragni terrificanti, che s’intrecceranno tra loro e che nei loro movimenti esteriori imiteranno tutto ciò pensato dagli uomini con l’intelletto confuso, non stimolato da quanto deve venire per mezzo di una nuova immaginazione in genere e la scienza dello spirito in particolare.

Tutti i pensieri di questo tipo irreale degli uomini diventa reale. La Terra sarà ricoperta (…) di terribili ragni vegetominerali, oltremodo razionali, ma tremendamente malvagi, che s’intessono tra loro. L’uomo (…) sarà costretto a unirsi con il suo essere con questi tremendi aracnidi vegeto-minerali. Questa specie di ragni avranno poi un carattere spiccatamente arimanico”.

(R. Steiner: da una conferenza del 13 maggio 1921 a Dornach)

Con queste parole di rara intensi­tà, Rudolf Steiner sembra aver cesellato, con evidente spirito preveggente, la drammatica situazione che, quale socialità, ci troviamo ad affrontare. Il Web, letteralmente World Wide Web (ossia Grande Ragnatela Mondiale) è il simbolo più eclatante di tale preconizzazione. Possiamo entrare nel mondo immaginativo che le parole dello Steiner ci portano incontro, offrendo alle stesse, un’accoglienza meditativa, scevra da speculazioni preconcette.

Questi esseri, riferisce lo Steiner, saranno collocabili tra il regno minerale e quello vegetale. Non possiamo, in questa sede, approfondire le classificazioni operate dallo Steiner riguardo ai regni della natura.

Possiamo dire però, partendo da una ricerca circa i regni della natura (minerale, vegetale ed ani­male) che questi esseri vegetomi­nerali, sono dunque esseri viventi (capaci di automovimento, di cre­scita…) in stretta relazione con un mondo esteriore di sottonatu­ra.

Se dal regno vegetale essi ere­ditano automovimento, accresci­mento, sviluppo, riproduzione… dal regno minerale ereditano rigi­dità, staticità. Tali esseri sono legati a doppio filo alle leggi di causa-effetto (regno minerale) ed a quelle di stimolo-reazione (mondo vegetale).

Tali esseri, non arrivando al regno animale, non hanno interiorità, non hanno calore, non hanno coscienza di sé. Perché tali esseri vegetominerali vengono successivamente definiti “ragni”? Perché R. Steiner defini­sce degli esseri vegetominerali con una immagine proveniente dal regno animale? Più volte R. Steiner ha definito l’animale come un essere che esprime il suo istinto.

Il leone non è feroce perché ha quel tipo di corporatura: ha bensì quel tipo di corporatura perché è feroce. Così come la pianta è espressione di una idea, l’ani­male è l’espressione di un istin­to. Ogni animale è l’espressione, il simbolo reso manifesto, di un istinto. Qual’è, dunque, l’istinto presente nei ragni?

Ci occuperemo di evidenziare l’istinto dei ragni in relazione ai contenuti della citazione iniziale. L’istinto che andremo a cogliere, pertanto, ci viene portato attraver­so l’immagine del ragno; immagi­ne che, quale forma archetipica, ha più aspetti. Di tali aspetti coglieremo quelli atti all’approfondimento dell’immaginazione offertaci dallo Steiner e ne coglieremo almeno due aspetti principali: quello “caduto” e quello “luminoso“.

Possiamo dire che un ragno vive in stretta relazione con la sua ragnatela, il ragno ha indole non sociale. Pochi sono i ragni che sviluppano una propensione alla socialità; tale socialità è solitamente finalizzata alla caccia comune. Sappiamo che una delle caratteristiche del ragno è l’astuzia. Stretta è la connessione tra il ragno è la sua ragnatela. La ragnatela è quella finissima trama che si frappone alla fluidità dell’elemento reale dividendolo, di fatto, in due. Possiamo cogliere in questa immagine, una certa connotazione luciferina (abbaglio, miraggio, illusione, sono elementi del mondo luciferico).

Altra caratteristica del ragno è la pazienza. La tecnica predatoria del ragno consiste appunto nell’attendere che qualche insetto finisca nella sua tela. A questo punto il gioco è fatto. La preda cede allo sfinimento e così il ragno può, senza particolari disturbi, cibarsene.

Nella modalità predatoria, nella sua logica, nel suo rapporto con la preda, possiamo cogliere un’aspetto arimanico. Il ragno succhia, dopo aver disciolto con appositi enzimi, i tessuti interni della preda. Il processo digestivo avviene all’esterno del ragno. Alcuni ragni immettono nella preda enzimi digestivi atti a liquefarne i tessuti. Dopo aver “svuotato” la preda abbando­nano l’esuvia ormai vuota.

In questo ultimo passaggio, pos­siamo cogliere una connotazione asurica, nell’agire del ragno. Anche il Web possiede la sua rete. E ci aspetta. Quando non siamo in grado di cogliere l’elemento inav­vertito che si frappone nel fluire della realtà (ma noi a differenza degli insetti possiediamo una coscienza…) rischiamo di rima­nere invischiati nella tela del ragno. Volendo giocare con le parole potremmo dire che il nostro www non è altro che lo scimmiottare della Via, della Verità e della Vita (GV, 14:6).

L’antivia

Per andare sulla via è necessario innanzitutto essere nel tempo e nello spazio. La spazialità che ci offre Internet è pura spazialità vir­tuale (realtà virtuale). Una via, per quanto scomoda, può essere percorsa da ogni uomo. In Internet si naviga e per navigare è necessario essere portati da un mezzo, un medium. Un navigatore deve essere padrone della sua imbarcazione, deve conoscere il suo equipaggio, deve essere esperto di navigazione… noi invece ci connettiamo ad Internet e ci mettiamo a navigare. Senza nulla sapere né di connessione (a cosa ci connettiamo?) né di navigazione (dove navighiamo? e con quali mezzi?)

In che modo sono strutturate le comunità internet, l’abbiamo mai chiesto? Chiunque abbia avuto la possibilità di connettersi ad Internet, almeno una volta, ha avuto la possibilità di sperimentare come le coordinate temporali vengano profondamente alterate durante la navigazione.

L’antiverità

In che modo è possibile essere partecipi della verità stando di fronte ad un computer? Il nostro organismo sensorio nella sua completezza è costituito da 12 sensi. Attraverso il sistema sensorio possiamo realmente cogliere la verità sul nostro corpo.

Il senso del tatto è quel senso mediante il quale noi possiamo definirci un’Io. Il fatto di essere ricoperti da uno strato di pelle che ci divide dal mondo, ci permette di fare l’esperienza della differen­ziazione (Io sono questo). Diciamo: “quella conferenza mi ha profondamente toccato“, oppu­re, “mi ha colpito“… “è stata un’esperienza toccante“… “ho la pelle d’oca“…quando vogliamo indicare che una determinata cosa ha destato in noi profondo entusiasmo o altro. Il senso del tatto ci assicura un confine che ci divide dal mondo esterno ed è il primo a manifestar­si e l’ultimo a lasciarci. Il senso del tatto, durante la navi­gazione, è completamente rilascia­to. In un certo qual modo è come se non avessimo una pelle atta a dividerci dal mondo virtuale.

Antivita

Voglio riportare a questo proposi­to solo tre notizie. La prima notizia è datata giugno 2010. Una giovane coppia di Seul lasciò morire di fame la propria bambina di soli due anni per alle­vare una figlia virtuale (di nome Anima) in un social game chia­mato “Prius Online”. La bambina vera, purtroppo, morì a causa di un lungo periodo di malnutrizio­ne. I genitori, per poter giocare in Internet, si rifugiavano negli Internet point, per sessioni di oltre 10 ore. La loro vera figlia veniva nutrita, invece, una sola volta al giorno. Nel 2005 un ragazzo coreano morì dopo aver trascorso cinque giorni consecutivi giocando al computer.

Ultima notizia. Parliamo di Nek Nomination. Nek Nomination è un social game del momento: riprendersi durante folli imprese subito dopo aver buttato giù d’un fiato grandi quantità di alcol, lan­ciando poi la sfida tramite i social network ad altri utenti. Ross Cummins, 22 anni, e Jonny Byme di 19 sono le prime vittime di questo “gioco sociale” (questo vuol dire social game). Ross è stato trovato privo di sensi, in coma etilico, in casa, mentre Jonny è morto annegato dopo aver bevuto una pinta di birra ed essersi buttato in un fiume. Possiamo vedere in questi esempi l’eclatante evidenza delle parole dello Steiner.

Ecco l’azione i ragni di cui parla il Dottore, ecco l’agi­re della terza gerarchia dell’osta­colo che si nutre dell’Io umano… La vita nuova, portata dal Cristo Eterico, porta con sé nuove forme sociali, forme verso cui possiamo già tendere con adegua­ta preparazione del pensiero.

Se è vero che l’Io può essere tale solo se in un rapporto di costante e partecipe attenzione verso l’Altro e se è vero che una rinata sociali­tà potrà essere costituita solo dal libero aggregarsi di Io, viene allo­ra da chiedersi: cosa sono questi “giochi sociali”? E che razza di socialità è quella proposta da que­sti giochi? Che tipo di socialità intercorre tra persone che parteci­pano a tali giochi tenuti in vita dal rischio di poter perdere la vita? Ogni cosa che viene preparata in Alto viene subito preparata (in questo caso non vorrei dire scim­miottata) anche dalle gerarchie ostacolatoci.

La libertà umana è posta sempre nella condizione di poter sceglie­re. A noi scegliere la vita portata dal Cristo o l’antivita portata dall’Anticristo.

Enzo Nastati

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