Le Correnti che si oppongono all’Antropocrazia
Oggi e nei giorni seguenti considereremo le correnti che, all’interno del movimento e della Società Antroposofica, si oppongono alla realizzazione dell’Antropocrazia, alla manifestazione del Cristo Eterico nel nostro tempo. Ne parlerò per esperienza personale e, poiché mi riferisco ad eventi del recente passato e del presente, dovrò nominare anche singole personalità, riportando loro azioni e opinioni che saranno da me considerate alla luce delle comunicazioni di Rudolf Steiner in rapporto alle sfide del presente e al compito dell’Antroposofia.
Questa esigenza di chiarezza non potrà fare a meno di suscitare malumori e risentimento da parte di chi si sentirà toccato in prima persona. I fatti da me indicati sono del resto in gran parte noti e pubblici. Ciò che io aggiungerò è una lettura ragionata sulla base dei concetti fondamentali della triarticolazione sociale.
Introduciamo dapprima alcuni elementi storici.
Sappiamo dalle comunicazioni di Rudolf Steiner che per l’anno 666 dopo Cristo la potente entità che nell’Apocalisse di Giovanni è chiamata la Bestia, servendosi di un’entità arimanica al suo servizio, si era proposta di ispirare determinate individualità di sapienti presenti nell’Accademia di Gondishapur, per infondere in essi prematuramente delle elevate facoltà dell’anima cosciente. La civiltà sarebbe allora stata sopraffatta da prodigi tecnologici che avrebbero sedotto gli uomini, ancora non dotati appieno dell’anima razionale. Questo pericolo fu sventato dall’invasione maomettana che pochi anni prima occupò quella regione e che mise un freno alle attività dell’Accademia.
Ma il tentativo parzialmente fallito si ripresentò nell’anno 869, durante l’ottavo Concilio Ecumenico di Costantinopoli. Come sappiamo, in quel concilio fu stabilito che l’uomo consiste solamente di corpo ed anima, fu eliminato l’elemento spirituale dalla concezione dell’uomo. L’uomo non poteva dunque collegarsi col Cristo direttamente, ma poteva solo riceverne un riflesso nell’anima grazie alla mediazione della Chiesa.
Il processo culturale così avviato si concluse esattamente 1000 anni dopo, nel Concilio Vaticano I del 1869-70, quando con il dogma dell’infallibilità papale si pose il Papa come rappresentante assoluto del Cristo in terra.
Furono in particolare abili macchinazioni dei gesuiti ad ottenere questo esito, in contrasto con il movimento tradizionalista cattolico che non lo voleva accettare. La concezione gesuitica della Civiltà Cattolica, è quella che si sarebbe realizzata se il Cristo avesse ceduto alla tentazione di Lucifero nel deserto.
L’attuale papa Francesco è il primo papa gesuita e questa corrente ha preso in mano le redini della Chiesa. Questa è la prima corrente derivata dall’azione del demone solare, in forma luciferica.
La seconda corrente deriva dall’azione di singole individualità presenti nell’Accademia di Gondishapur che si reincarnarono in occidente in tre personalità che posero le basi della scienza materialistica arimanica. Si tratta di Bacone da Verulamio, Charles Darwin e Pierre Simon Laplace. In particolare Bacone, come Cancelliere del regno d’Inghilterra, ideò il sistema di controllo sociale occulto basato sui concetti statistici dell’attuale informatica, con ciò originando la corrente delle logge che è una derivazione deviata dell’antica corrente di Artù. Nelle logge si uniscono quindi impulsi scientifici materialistici ottenuti per via iniziatica con disposizioni politiche che operano per via occulta.
La terza corrente è quella del bolscevismo, che si collega alle altre due, e nella quale il demone solare esprime un’azione più forte, poiché si serve di una potente entità arimanica per i suoi scopi, quella stessa che era al suo servizio nel 666. E’ noto che Lenin fu fatto giungere in Russia dalle logge anglo-americane. Ma forse non sono noti i nessi tra la corrente marxista, che ha dato le basi scientifiche al bolscevismo, e il cattolicesimo gesuitico. Ce li illustra Rudolf Steiner:
“Possiamo considerare Engels e Marx, per così dire i principali ‘profeti’ del materialismo storico, come i discendenti diretti e immediati, intesi storicamente, dei padri presenti all’Ottavo Concilio Ecumenico (di Costantinopoli). Essi ne sono la continuazione. Quello che i padri fecero allora, sopprimendo lo spirito, Marx e Engels l’hanno proseguito nel loro tentativo, già ampiamente sviluppato, di sopprimere l’anima. Nella loro concezione non hanno più valore gli impulsi dell’anima; sono soltanto gli impulsi materiali, è soltanto la lotta per i beni materiali a far procedere la storia. E la storia animica è soltanto – così si esprime il materialismo storico – la sovrastruttura del vero fondamento del progresso puramente materiale. Ma è particolarmente importante riconoscere l’autentica cattolicità di Marx e Engels. Sopra ogni cosa è importante riconoscere in queste aspirazioni del secolo XIX l’autentica, la vera conseguenza di quanto è avvenuto per la soppressione dello spirito”. (Berlino, 27 marzo 1917, O.O. 175)
Alla soglia dell’anno 1879 e specialmente dopo, tutti gli sforzi di queste correnti, che ormai agivano in comune, erano diretti contro la penetrazione della nuova rivelazione cristiana, così come questa a partire dal secolo XX doveva operare nella forma dell’Antroposofia, doveva portare agli uomini una nuova conoscenza del Cristo e doveva formare la base per il rinnovamento della vita sociale:
“Poiché entro le due direzioni [le logge occidentali e i gesuiti], per non parlare della terza [il bolscevismo] c’è abbastanza gente che sa che si dovrà un giorno parlare secondo verità sul mistero del Cristo e secondo la triarticolazione dell’organismo sociale, allora essa tende l’orecchio e dice: ci sarebbe tolto il terreno sotto i piedi se volessimo accondiscendere alla verità. Sia perciò giurato a loro lo sterminio! Noi non verremo combattuti per un errore, bensì perché da certa parte si osserva che vogliamo la verità”. (13/6/1920, O.O. 197)